Il risultato della gara rispecchia un’altra settimana di chiacchiere, litigi, proclami, trattati di pace e dichiarazioni di guerra. Tante le colpe di Ancelotti, male Insigne e Lozano
di Enrico D’Agosto
Brutta vigilia quella di Udinese-Napoli, dove la prima gioca per la salvezza e la seconda ha tante motivazioni tranne quelle che dovevano esserci. Un’altra settimana di chiacchiere, litigi, proclami, trattati di pace e dichiarazioni di guerra.
Un frutto misto che sta esponendo al ridicolo tutti i componenti di questa sceneggiata napoletana e che sta allontanando sempre più i tifosi dalla squadra. C’è modo e modo per chiudere un ciclo e Napoli si è scelto il modo peggiore, ma nonostante tutto la speranza è sempre l’ultima a morire anche nel calcio.
Carlo Ancelotti a Udine cambia ancora formazione e forse schiera la squadra più vicina a quella che ha in mente, cioè un 4-4-2 in cui manca solo Allan. Attacca il Napoli con i suoi “giganti” Lozano e Mertens con alle spalle gli altri “giganti” Insigne, Callejon e Mario Rui, ma tutto questo “materiale” non produce nemmeno un tiro in porta. Così Koulibaly si sente autorizzato a fare il centravanti e alla trentesimo becchiamo pure il gol dell’Udinese in contropiede.
Situazione paradossale, incredibile, inimmaginabile, questa squadra non ha né capo né coda, non crea gioco, non ha carattere, e da un allenatore che, sebbene non immaginasse nemmeno lontanamente dove sarebbe potuto capitare, anche lui ha le proprie colpe e anche lui va processato. Una pena infinita questo primo tempo, dove si vede chiaramente che non c’è volontà di combattere. Anzi almeno 4 o 5 giocatori pare giochino contro. Esce Insigne all’inizio del secondo tempo, poi Lozano e con due mozzarelle in meno il Napoli comincia a giocare e riesce anche a pareggiare con Zielinski. Ne andrebbero tolte almeno un altro paio di mozzarelle ma non si può, almeno però un piccolo spiraglio comincia a vedersi. Non c’è niente da fare, una squadra scarsa come l’Udinese ferma un Napoli altrettanto scarso non tanto per qualità di giocatori ma per qualità di uomini allenatore incluso. Finisce la partita con un tiro di Mertens, uno dei peggiori, la cui parabola termina in curva. C’è tutta la storia di questa tremenda partita in quel tiro, forse la storia di un campionato intero. Messi così, c’è da aspettarsi solo il peggio, ma sinceramente non lo auguriamo a nessuno, nemmeno al presidente che di tutta questa storia è uno dei protagonisti peggiori.