L’ex direttore sportivo dei molossi nell’anno della storica promozione in serie B nel 2011 ha ripercorso i suoi ricordi da calciatore con i pugliesi e la cavalcata memorabile dell’era Citarella. Domani un incontro da categorie superiori: «Entrambe meritano palcoscenici più importanti»
di Maria Esposito
Domani nell’anticipo della quindicesima di campionato del girone H di serie D, la Nocerina si dirigerà in riva allo Jonio per scendere in campo allo “Iacovone” contro il Taranto. Gli uomini di Panarelli dinanzi ai propri sostenitori devono ritornare alla vittoria che manca da due turni, dall’altra parte gli undici di Esposito non possono farsi intimorire da un avversario così temibile ma offrire quantomeno una prestazione degna, che manca ormai dal 3 novembre scorso.
Dieci i precedenti tra di loro, anche se, in serie D, è la seconda partita. La prima risale all’anno 1993/4, il Taranto vinse 1 a 0 grazie alla rete di Caputo; l’ultima invece alla stagione 2010/11 in Lega Pro: i molossi ne uscirono sempre sconfitti, ma la nota curiosa è la presenza di Cavallaro negli undici. Sarà un incontro che ha poco di quarta serie, anche se il presente dice questo. Per rivivere l’entusiasmo e ricostruire i fatti vissuti è intervenuto in via esclusiva per il Risorgimento Nocerino l’attuale ds del Rimini, Ivano Pastore, doppio ex della giornata. Pastore, che non ha bisogno di presentazione, nella sua carriera ha fatto registrare quasi 500 presenze, divise tra Serie C e B. Con la fascia al braccio ha trascinato il Taranto dalla C2 alla C1, quattro anni trascorsi con i rossoblù degni di nota. Di lì a poco, dopo il campionato con la Colligiana, lascia il calcio giocato e ricopre, per la prima volta, un ruolo ex novo. La Nocerina, o meglio il presidente Citarella, gli affida l’incarico di diesse. Al suo primo anno da direttore sportivo, Pastore centra la promozione e la Nocerina vola in serie B. Una discreta carriera la sua in questi anni con il Benevento e Trapani, sino a ricoprire per diverso tempo il ruolo di scouting del mercato estero del Milan.
-Doppio ex della gara, domani il Taranto ospita la Nocerina, Ivano Pastore da che parte si schiera?
“Schierarsi per me è impossibile, sono due piazze che hanno rappresentato, per me e per la mia vita calcistica, momenti molto importanti”.
–Se dico Taranto come continui…
“A Taranto ho vissuto da calciatore annate importanti”.
-Se dico Nocera come prosegui…
“A Nocera ho vissuto la mia prima esperienza da dirigente”.
–Ivano Pastore e Gigi Panarelli, quale è la prima cosa che ti viene in mente?
“Con Gigi non ho mai giocato, ma le tante volte da avversario e la mia esperienza a Taranto mi hanno fatto conoscere un ragazzo serio e preparato”.
-La Nocerina del nuovo corso che volto ha?
“Non ho avuto modo di vederla, posso però immaginare la passione che Giovanni (Cavallaro, ndr) sta mettendo in questa esperienza da uomo spogliatoio considerando il suo legame per la piazza”.
-Due squadre blasonate che non riescono ad uscire dal limbo della Serie D, quale il motivo?
“Vincere il campionato di serie D non è mai facile, sicuramente Taranto e Nocerina possono ambire a palcoscenici più importanti”.
-La Nocerina non riesce a ritornare nel calcio che conta da quando Pastore esordì come ds e ottenne la storica promozione. Quale fu l’arma che vi permise di vincere il campionato e quale soluzione daresti oggi agli addetti ai lavori?
“Quello della promozione fu un anno davvero particolare, una squadra costruita per un campionato di vertice in serie C2, ripescata ad agosto in C1, fece del gruppo e dell’entusiasmo la sua arma vincente”.
-La serie D sempre più trampolino di lancio dei giovani grazie alla regola degli under, tra le tante rose allestite, hai ricoperto anche il ruolo di scouting per il Milan. Quanto è importante avere un settore giovanile di rispetto in serie D?
“Credo che il settore giovanile debba essere il biglietto di presentazione per una società. Ma per fare questo occorrono risorse e figure professionali”.
-Quale squadra e allenatore in D rispecchia questa politica?
“Penso che un esempio da seguire possa essere il Pordenone, che fin dai tempi della serie D aveva un florido settore giovanile, la testimonianza sta nei tanti calciatori giovani che hanno ceduto a società di serie A”.
-Le squadre che vincono il campionato però puntano sugli over, vedi Bari e Palermo, perché?
“Palermo e Bari sono piazze di grande tradizione ed è normale che si punti su calciatori importanti ed over per raggiungere i propri obiettivi, fermo restando che la regola comunque impone la presenza di calciatori under”.
-Ti piacerebbe ritornare al Taranto come ds? O alla Nocerina? “Sono piazze a cui, come detto in precedenza, sono legatissimo, in questo momento però sono molto concentrato sul mio presente professionale (Rimini, ndr), ma per il futuro mai dire mai”.