Venerdì 29 alle 18:30 una iniziativa curata dall’Arciconfraternita Immacolata Concezione e dalla Pro Loco Nocera di Tutti per presentare il volume di Sigismondo Somma e Carmine Zarra
Seconda presentazione, a Nocera Inferiore, per il volume di Sigismondo Somma e Carmine Zarra “Storia Nocerina Sagra, dissertazione su chiese, monasteri, collegi e conventi della città di Nocera de’ Pagani”, basato sul lavoro di Giuseppe Messina, sacerdote nato a Pagani nel 1740 e morto 69 anni dopo.
L’iniziativa è organizzata per venerdì 29 novembre alle 18:30 a Nocera Inferiore, presso il convento di sant’Antonio dall’Arciconfraternita Immacolata Concezione e dalla Pro Loco Nocera di Tutti, guidata dalla professoressa Giuseppina Esposito. Il relatore sarà l’architetto Fausto Martino, già soprintendente per i Beni architettonici e paesaggistici della Sardegna.
L’opera si pone come dissertazione dei luoghi sacri e di culto del territorio da “Camerelle” alla “Madonna dei Bagni”.
Lo scopo di Giuseppe Messina era «far vedere la bellezza della città ai posteri, discernendo il vero dal falso». L’attività di ricerca svolta dal Messina nel compilare la sua dissertazione su chiese, monasteri, collegi e conventi della città di “Nocera dé Pagani”, ha restituito la figura di un ricercatore meticoloso e appassionato, che ha cercato informazioni nella biblioteca della “Badia di Cava” nonché in quella di sant’Alfonso a Pagani. Quest’ultima è stata particolarmente amata da Messina perché ritenuta una delle più fornite del territorio: forse in un eccessivo slancio campanilistico, non conoscendo Messina le biblioteche del napoletano. Sigismondo Somma, uno dei due autori, ha descritto in altre occasioni le iniziali difficoltà nello stabilire l’effettiva paternità del testo ritrovato. Il riconoscimento è poi arrivato grazie al confronto con l’altro testo di Giuseppe Messina, “Storia Nocerina Profana”, che condivide con la storia “sagra” grafia e sintassi. «Abbiamo riportato le parole di Messina nel pieno rispetto del suo lavoro – ha detto Somma – Peccato per i documenti che non siamo riusciti a trovare, peccato per quelle “belle carte”».