Prende avvio oggi la collaborazione del nostro amico Enrico D’Agosto, che commenterà le vicende del calcio maggiore con un occhio fisso alla squadra partenopea
di Enrico D’Agosto
Questa settimana la serie A è ferma per l’incontro della Nazionale italiana contro la Bosnia. Ciò permette agli azzurri del Napoli di tirare un bilancio sulle prime 12 giornate di campionato.
Le grandi ambizioni coltivate nel ritiro precampionato sono già svanite, nonostante una sontuosa campagna acquisti che ha portato a Napoli giocatori di ottimo livello per offrire ad Ancelotti una rosa che avrebbe dovuto contrastare lo strapotere Juventino. A metà novembre, però, già si devono modificare i programmi, avendo ottenuto solo 19 punti contro i 32 della Juve. Quello che veramente preoccupa è lo stato confusionale che regna nella società, nella strana conduzione tecnica di un allenatore che ancora non ha trovato la quadra e che di conseguenza trasmette insicurezza a molti calciatori costretti, molte volte, a giocare fuori ruolo. Dopo il pareggio stentato in Champions per 1-1 contro il Salisburgo, che poteva e doveva consentire il passaggio del turno ed il relativo “ritiro” dei calciatori ordinato dal presidente, ecco che il successivo pareggio casalingo con il Genoa ha fatto precipitare le cose, complice l’insolito “ammutinamento” dei calciatori che si sono rifiutati di continuare il ritiro. Di chi le colpe? Personalmente penso di tutti, e vado a spiegare.
De Laurentis ha creato dal nulla una grande società, ma purtroppo ha dimenticato di attrezzarla, pensando di poter gestire alla stessa maniera sia un semplice negozio che un mega store. Facendo il padre-padrone ha creato molte incomprensioni sia tra società ed allenatore sia tra società e squadra. Il ritiro da lui ordinato doveva essere discusso tra società, parte tecnica e squadra perché il bene comune è prioritario rispetto ad una relativa dimostrazione della propria forza. Poi l’intervento del figlio Edo negli spogliatoi, che ha apostrofato gli atleti chiamandoli “pezzi di m…da” e provocando la violenta reazione di Allan, ha finito di incrinare una situazione già complicata. Gli stessi calciatori, che hanno invano cercato di contattare il presidente per tutta la serata, dovevano andare in ritiro per riparlarne con calma l’indomani, quando si sarebbe discusso sui come e sui perché.
Aggiungi la confusione tecnico-tattica che affligge Ancelotti in questo periodo, ed ecco che probabilmente il quadro è più chiaro. Ci sarebbero, veramente, anche 4/5 punti persi per strada per errori arbitrali. Ma non vuol essere un alibi per le scarse prestazioni della squadra, né ci piacerebbe essere additati come i soliti “piagnucoloni” meridionali. La verità è che ci sono una decina di giorni per ricompattare un ambiente minato dalle diatribe tra società-allenatore-squadra e tifosi. Se fosse così, lasciando il discorso scudetto allo scontro tra Juve ed Inter, si potrebbero raggiungere gli altri obiettivi prefissati ad inizio campionato.