Quantità importanti del gustoso frutto di mare regolarmente tracciate venivano mischiate a quelle altamente tossiche pescate da Foce Sarno a Rovigliano. Sequestri e denunce in tutta Italia
È allarme rosso in tutta Europa per le “vongole veraci” che provengono dalla foce del Sarno.
Se pure già desta meraviglia che ne sia permessa la raccolta, le analisi effettuate dall’Asl3, dall’Arpac, dell’Istituto Zooprofilattico e dal Dipartimento di Sanità Pubblica presso la Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II hanno messo in evidenza che esse contengono veleni chimici e biologici in quantità assolutamente non sopportabile dall’uomo. A dare l’allarme dopo una serie di indagini su alcuni permessi di pesca subacquea nell’area della foce del Sarno è stata la Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia, guidata dal comandante Ivan Savarese. La scoperta sconcertante è che i titolari dei permessi si dedicassero ad attività di pesca, naturalmente illegale, di esemplari di vongole veraci raccolti nello specchio acqueo prospiciente la foce del fiume Sarno e nella più ampia zona marina circostante lo scoglio di Rovigliano, al confine tra Castellammare e Torre Annunziata.
Quanto fosse inquinata realmente la zona non lo immaginava nemmeno il comandante, dal momento che confessa alla stampa che «I primi riscontri sono stati sbalorditivi: addirittura dai laboratori ci chiedevano se per errore le vongole fossero finite in un serbatoio di benzina». Per la cronaca le vongole venivano inserite in altri quantitativi del frutto di mare legalmente in commercio e di provenienza controllata. Così piombo, cadmio, zinco, cromo, rifiuti organici, carburanti e quant’altro è impossibile elencare finivano nei piatti di tanti italiani, ma anche in Europa. Si cercano ancora le partite di prodotto pericolose: potrebbero essercene ancora molte in giro.