Il malfunzionamento dell’ufficio ticket e le penose condizioni di servizi igienici e altre strutture rischiano di vanificare i tentativi dei medici di renderlo struttura di eccellenza
di Nino Maiorino
Rischiano di rovinare gli sforzi dei medici che da tempo cercano di erogare servizi migliori le penose condizioni dell’ospedale di Nocera Inferiore. L’Umberto I sembra l’unica struttura dell’Asl cui appartiene che lascia totalmente a desiderare, almeno per quel concerne la struttura amministrativa, e l’accoglienza dei locali.
Primo da mettere in evidenza il caso dell’ufficio ticket, vale a dire quello con il quale i pazienti hanno il primo impatto e i conseguenti primi notevoli disagi e dispiaceri, spesso causati anche da mancanza di garbo, e tante volte da maleducazione, da parte degli sportellisti, verso i quali spesso gli esasperati pazienti si rivolgono in maniera altrettanto maleducata, innescando così, purtroppo, il meccanismo del cane che si morde la coda.
Il primo inconveniente è la mancanza del rispetto degli orari di sportello in quanto, sebbene al mattino dovrebbe essere funzionante fino alle 12:30 per il pagamento dei ticket, ma i tagliandini regola-file, che dovrebbero poter essere disponibili fino alla fine dell’orario di sportello, quotidianamente vengono rimossi dall’apposito distributore con molto anticipo, talvolta anche alle ore 9:30 o 9:45. Pertanto chi giunge dopo non può effettuare il pagamento e così gli salta anche la visita, o l’analisi.
È comprensibile il disappunto dei pazienti, specialmente quelli provenienti dai paesi circostanti, spesso lontani in quanto, essendo stati chiusi alcuni ospedali, tutta la relativa “utenza” si è riversata sull’ospedale nocerino. Probabilmente a qualcuno, nell’Asl o nell’ospedale, sfugge che il termine “utenza” sta a indicare persone bisognose di assistenza medica, nella maggior parte dei casi non differibile, anche per i tempi notoriamente lunghi delle prenotazioni. Talvolta sono persone di una certa età che già fanno fatica a rivolgersi ad un ospedale lontano dalla propria città, e si può bene immaginare i disagi e le ambasce delle stesse, che spesso si tramuta in ira contro l’ufficio ticket.
Ma le carenze della struttura non si fermano all’ufficio ticket, e basta un giro nei corridoi i nei reparti per rendersene conto, e più delle parole alcune foto scattate negli ultimi giorni evidenziano lo squallore, l’abbandono, il disinteresse dei vertici della struttura anche verso i problemi più spiccioli e facili da risolvere.
Certamente non costerà un capitale sostituire la pulsantiera di un ascensore per evitare l’immagine che si ha nell’entrare a trovarne una come quella che correda questo articolo. Così come non sarà insostenibile la spesa per dotare le porte dei gabinetti di adeguate maniglie e serrature, onde per evitare che esse rimangano forzatamente aperte nel mentre un paziente utilizza i gabinetti.
Per non parlare dello stato dei servizi igienici e dell’assoluta assenza di rotoli, di sapone, o di salviette e macchinette asciugamani.
Tutto ciò denota una incredibile e imperdonabile trascuratezza ed una mancanza di rispetto dei responsabili dell’Asl dell’Umberto I, nei confronti dei cittadini, e fa sembrare che non siamo in una struttura ospedaliera di un paese civile, ma piuttosto di una paese arretrato del terzo mondo.
A tal proposito, sia l’AVO – Associazione Volontari Ospedalieri – dell’Umberto I, sia il Tribunale per i diritti dell’ammalato, che ha in questo ospedale un suo ufficio, assicurano di aver da tempo più volte segnalate a chi di competenza, tali disfunzioni, senza risultati.