Giudici, segretari, commmercialisti e imprenditori in manette per aver sottratto al fisco una somma che supera i 40 milioni di euro. Venti i processi individuati fino ad oggi
Ha effettuato altri sette arresti questa mattina la Guardia di Finanza di Salerno per l’indagine sull’attività della Commissione Tributaria. Lo ha fatto su ordine del GIP del Tribunale di Salerno dopo aver accertato oltre 40 milioni di euro dovuti allo Stato per tasse varie e “condonati” in modo compiacente da giudici e altro personale della Commissione Tributaria salernitana.
Lo scorso 15 maggio finirono già in manette per lo stesso motivo 14 persone. Corruzione in atti giudiziari l’accusa che ha portato in carcere un giudice tributario non togato, un segretario della Commissione Tributaria Provinciale, un produttore televisivo dell’avellinese, altri quattro tra imprenditori e commercialisti della provincia.
Tra gli episodi che hanno portato allo scatto delle manette ai polsi dei sette, la cancellazione di un debito con l’Erario di oltre trentacinque milioni di euro ottenuto da una società di Sarno; per un’altra società di Angri, l’indebito vantaggio ottenuto supererebbe i cinque milioni di euro; per una terza società di Avellino, invece, la somma contestata dal Fisco e annullata dai giudici raggiungerebbe quasi il milione di euro.
Tra gli indagati arrestati vi è un professionista di Avellino il quale, dopo aver ricoperto per anni l’incarico di giudice tributario a Salerno, da settembre del 2018 fa parte del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria, il massimo organismo di autogoverno dei giudici tributari a livello nazionale. I fatti a lui contestati, concorso in cinque episodi di corruzione in atti giudiziari, sono stati commessi non nella qualità di giudice tributario, né di quella di Consigliere, ma quale intermediario corruttore che operava avvalendosi della conoscenza diretta del personale amministrativo e dei giudici tributari di Salerno.
Alcuni indagati in precedenza arrestati avevano ammesso, nelle scorse settimane, nel corso degli interrogatori, le proprie responsabilità in relazione agli episodi corruttivi loro contestati ed hanno riferito ulteriori episodi di corruzione a loro carico e di altri indagati. Le dichiarazioni sono state corroborate da riscontri che hanno formato una piattaforma gravemente indiziante in relazione a ulteriori 10 sentenze di secondo grado, pronunciate dalla Commissione Tributaria Regionale Sezione distaccata di Salerno, il cui iter procedimentale risulterebbe essere stato “pilotato” a favore dei ricorrenti privati in cambio di somme di denaro corrisposte a titolo corruttivo. Allo stato sono complessivamente a 20 il numero delle sentenze pilotate accertate.