Sono cinque i componenti del consiglio del Distretto che indagheranno sulla legittimità delle tariffe. Tra loro anche il nocerino Giuseppe Grauso. Entro febbraio il “verdetto”
Saranno i cinque consiglieri distrettuali Raffaele De Luca (Trecase), Francesco Gioia (Fisciano), Giuseppe Grauso (Nocera Inferiore), Liberato Staiano (Massa Lubrense), Luigi Velotta (San Giorgio a Cremano) i componenti della commissione incaricata di vagliare la legittimità degli aumenti in bolletta da parte della Gori.
Parliamo delle famigerate “partite pregresse“, per le quali il consiglio di Distretto Sarnese Vesuviano ha approvato la composizione della commissione. Dopo il rinvio della seduta di venerdì 27 settembre, saltata all’ultimo minuto per mancanza del numero legale, via libera ai lavori della nuova commissione col voto favorevole di tutti i presenti e l’astensione del solo consigliere Calise (rappresentante del Comune di Portici).
La commissione interna, proposta dalla Rete dei Comuni per l’acqua pubblica, istituita all’unanimità oltre 5 mesi fa (e finora mai partita), dovrà – entro il prossimo febbraio – approfondire e chiarire una questione molto rilevante che interessa da vicino 1 milione e mezzo di cittadini e chiudere l’incredibile vicenda che va avanti da anni, su cui già si è espresso il Tar Campania annullando bollette per ben 122 milioni di euro, con cui Gori pretendeva di far pagare due volte lo stesso servizio agli utenti, accogliendo il ricorso presentato dai comitati civici insieme ad alcuni Comuni del territorio.
Le partite pregresse sono, infatti, adeguamenti tariffari non applicati nel periodo 2006-2011, per i quali il Tar si è pronunciato dichiarando illegittima la richiesta di somme derivanti da consumi già effettuati, quando l’utente non era consapevole del sovrapprezzo di cui è stato portato a conoscenza solo a distanza di anni.
Dopo la decisione al Tribunale amministrativo regionale, per provare a ribaltare la sentenza Gori si era appellata al Consiglio di Stato, che non è mai entrato nel merito decidendo di rinviare la decisione al competente Ente Idrico Campano, nel frattempo costituitosi ai sensi della legge regionale di riordino del ciclo delle acque numero 15 del 2015.