La neuroradiologia dell’azienda ospedaliera universitaria è diventata uno stabile punto di riferimento non solo per la provincia grazie al progetto “Ictus, fare presto” avviato qualche tempo fa
Sono già 100 i trattamenti di tromboectomia eseguiti dalla Neuroradiologia del plesso Ruggi dell’AOU di Salerno dall’inizio dell’anno.
Per la cronaca, si parla della rimozione chirurgica di emergenza di emboli che bloccano la circolazione sanguigna. Di solito comporta la rimozione dei trombi e viene quindi definita trombectomia. Il reparto del Ruggi si è attestato come punto di riferimento della provincia, e non solo, nel trattamento dell’Ictus, oltre a quello in acuto e in elezione degli aneurismi cerebrali, grazie alle professionalità presenti e dirette dal dottor Renato Saponiero (nella foto) ma, soprattutto, al percorso attivato con il progetto “Ictus fare presto” di cui l’azienda è capofila.
Il PDTA (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale) attivato al Ruggi di Salerno nell’ambito del progetto “Ictus, fare presto” è divenuto un modello per l’intero territorio campano. Una equipe medica multidisciplinare esegue tutti gli esami diagnostici necessari e decide il trattamento terapeutico più indicato già all’arrivo del paziente al pronto soccorso. Alla base di tutto, la velocità d’intervento e la perfetta e sincrona collaborazione tra i vari specialisti che devono stabilire quale trattamento praticare, il fibrinolitico o la trombectomia dell’ictus, in un arco di tempo che varia da 6 a massimo 12 ore dall’insorgenza della patologia. A portare avanti questa macchina perfettamente funzionante, i medici del Pronto Soccorso, neuroradiologi interventisti, neurologi, neurochirurghi e personale della Stroke Unit, anestesisti e rianimatori, chirurghi vascolari, tecnici e professionisti della riabilitazione.
La perfomance raggiunta dalla Neuroradiologia dell’AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno di 100 interventi dall’inizio dell’anno, risulta, insieme a quella dell’Az.Ospedaliera Cardarelli di Napoli, di primo piano rispetto alle altre realtà nazionali sia per il numero dei pazienti trattati (tramite fibrinolisi endovenosa e/o trombectomia meccanica) che per i risultati clinici.