Aveva solo 57 anni. È stato fondatore della Comat srl, divenuta realtà internazionale per la produzione di impianti per l’industria lattiero-casearia cui cooperavano i fratelli Francesco, Carlo e Massimo
di Teresa Staiano
È scomparso improvvisamente all’età di 57 anni, stroncato da un malore, l’imprenditore nocerino Antonio Petrosino (nella foto, a sinistra dello schermo, fotografato insieme ai fratelli) . Aveva fondato la Comat srl, azienda leader nella progettazione e realizzazione di impianti per l’industria lattiero-casearia in Italia e all’estero.
Una sfida iniziata nel 1986, quando, ventiquattrenne, insieme al fratello Francesco, aveva intuito la possibilità di sviluppare un suo progetto imprenditoriale. Era partito da zero, Antonio, con pochi milioni di lire ricevuti in prestito dal padre per poter iniziare. La sua è la storia di un giovane del Sud che, anziché sognare il “posto statale”, aveva deciso di inventarsi una propria attività. Diplomato tecnico con il massimo dei voti, col fiuto del vero imprenditore, e soprattutto con passione e genialità, ma anche tanto lavoro, impegno e sacrificio, Antonio, insieme ai fratelli – si erano aggiunti a Francesco anche Carlo e Massimo – a poco a poco dà corpo a un progetto in continua crescita, al punto da creare una realtà produttiva in espansione. La forza dell’azienda è nel suo talento, nella sua dedizione assoluta e nella gestione dei quattro fratelli, uniti in cordata.
Nata a Nocera Inferiore, l’azienda, a questo punto, ha bisogno di spazi adeguati per un nuovo stabilimento; sono gli anni in cui a Nocera non c’è ancora un’area PIP, per cui i fratelli Petrosino decidono di spostarsi nell’area industriale di Bellizzi, dove l’azienda di famiglia diventa una realtà consolidata, che giunge a creare un’ottantina di posti di lavoro. Intanto si sono uniti alla squadra la moglie di Antonio, Enza, e il figlio Rocco, che eredita la passione imprenditoriale del padre.
Nascono nuove ditte sorelle, che, accomunate dal marchio Comat, coprono l’intera filiera del settore, dall’ideazione di nuove macchine alla progettazione, costruzione, realizzazione, collaudo e manutenzione degli impianti finiti. L’espansione diventa internazionale e giunge a coprire i cinque continenti, con sedi di rappresentanza a New York e a San Paolo del Brasile.
I progetti creativi si moltiplicano, dalla trasformazione del latte a bordo delle navi da crociera all’apertura di risto-caseifici in cui si produce e si degusta mozzarella di bufala campana da Roma a Singapore, con la new entry anche del secondo figlio di Antonio, Mirko.
A tutto questo instancabile operare, Antonio aggiunge qualcosa di più: la sua capacità di intessere costantemente relazioni e rapporti amicali, funzionali, certo, al lavoro, ma sempre improntati a grande umanità, lealtà e empatia, come anche con i collaboratori e i dipendenti.
Al commiato ha partecipato una folla commossa di amici e conoscenti. Antonio Petrosino, ha sottolineato il celebrante durante il rito funebre, lascia in eredità i valori forti in cui ha creduto, l’amore per la famiglia, la dedizione al lavoro e la correttezza etica e professionale.
Adesso tocca alla forza e all’unità della famiglia, della moglie, dei fratelli e dei figli, custodire e dare futuro all’eredità di Antonio.