All’auditorium Sant’Alfonso si presenterà il nuovo libro del professor Sigismondo Somma, “1799 – Passioni e delusioni di una rivoluzione nell’agro nocerino”. A moderare il vicesindaco Anna Rosa Sessa
Si parlerà della Repubblica Napoletana e delle vicende che in quel periodo visse l’Agro nocerino nel corso della presentazione del nuovo libro del professor Sigismondo Somma, che si terrà venerdì 20 settembre alle 18:30 presso l’auditorium Sant’Alfonso di Pagani.
Il titolo del lavoro è “1799 – Passioni e delusioni di una rivoluzione nell’agro nocerino“, e a discutere con l’autore sarà il professor Giuseppe Foscari dell’Università di Salerno. Insieme a loro il sindaco di Pagani, Alberico Gambino, che interverrà per i saluti istituzionali, e l’editore Francesco D’Amato, mentre a moderare i lavori la giornalista e vicesindaco di Pagani Anna Rosa Sessa.
«È un testo che nasce nel 1996, a seguito di un mio intervento a un convegno sul 1799 – dice il professor Somma – In seguito ho ripreso quel materiale integrandolo con tutto il materiale reperito negli arcvhivi del Tribunale di Salerno: si tratta di 600 atti notarili dai quali ho estrapolato quelli redatti tra gennaio e giugno del 1799, ovvero nel periodo di vita della Repubblica Napoletana. Gli atti dimostrano – continua Sigismondo Somma – che la Repubblica si estese molto, anche nelle province (contrariamente a quanto comunemente creduto) che vissero spargimento di sangue, carcerazioni e reazioni da parte del popolo».
Il testo mette in risalto anche il controverso comportamento dei religiosi, che si divisero in favorevoli e contrari alla rivoluzione. Di fatto, manca l’adesione popolare e quella delle province non occupate dall’esercito francese; sebbene i repubblicani siano spesso personalità di grande rilievo e cultura, appaiono anche eccessivamente dottrinari e lontani dalla conoscenza dei reali bisogni del popolo napoletano. Inoltre la Repubblica ha un’autonomia estremamente limitata, sottoposta di fatto alla dittatura di Championnet e alle difficoltà finanziarie causate principalmente dalle richieste dell’esercito francese costantemente in armi sul suo territorio. Non si riuscirà mai a costituire un vero e proprio esercito ottenendo solo limitati successi nella democratizzazione delle province.
A questo si aggiunge una repressione spietata e sanguinaria contro gli oppositori del regime che certo non aiuta a conquistare le simpatie popolari; difatti durante i pochi mesi della repubblica moltissime persone vengono condannate a morte e fucilate dopo sommari processi politici.