Il centrocampista dei Messapici, salernitano purosangue, sarà il prossimo avversario dei molossi. La sua fortuna sono stati i suoi allenatori. Afferma che i calciatori bravi giocano a prescindere della regola
di Maria Esposito
Buono inizio di campionato quello della Nocerina che ha battuto per tre reti a uno il neopromosso Grumentum. Ottimo quello della nostra prossima avversaria Brindisi, che allo scadere dei novanta minuti ha espugnato lo Iacovone, vincendo per la prima volta nella storia il derby contro la corazzata Taranto.
La troupe di Di Costanzo domenica dovrà ripetersi tra le mura ospiti e non sarà facile se ad ospitarla ci sarà ad attenderla una squadra di grande personalità dove il timore è stato annichilito dall’autostima. I rossoneri ripongono la loro fiducia sul neoentrato Lava che, assieme ai valenti Poziello e Sorgente, ha dimostrato di possedere quel valore aggiunto che serviva alla Nocerina a colmare il gap in attacco. Arriva per i campani la prima trasferta pugliese, quella che aprirà le danze ad una serie di impegni duri. A fare da Cicerone è il Brindisi di Salvatore D’Ancora, uno dei migliori play di Serie D, finito sui taccuini di mezzo campionato quest’estate. D’Ancora è centrocampista, classe 1995, nativo di Salerno, ma cresciuto lontano dalla Campania. La sua carriera calcistica nasce ai piedi dell’Etna, quando, ancora piccolo, saluta Salerno per approdare a Catania. Le “ossa” ancora tenere per rinforzarle ma la sua volontà di diventare calciatore lo aiuta a crescere e a maturare celermente sino a quando gli si aprono le porte del settore giovanile della Juve Stabia. Con le “Vespe” nel 2014 ha il vanto di debuttare in B e restare con loro la stagione successiva in Lega Pro. Bisceglie, Cavese e Savoia sono state le paladine delle sue doti. Il talento non basta, ma avere la fortuna di incontrare un “poule” di allenatori importanti che ti formano fa la differenza. Da queste fortune parte la carriera calcistica di Salvatore D’Ancora. Centrocampista dalle spiccate doti tecniche, la versatilità e duttilità in campo fanno parte del suo Dna. Nasce come mezz’ala nel centrocampo a tre, gioca a piede invertito quando è schierato a destra. Essendo un mancino purosangue è stato utilizzato anche come terzino. Oggi, D’Ancora è una pedina fondamentale del centrocampo biancazzurro e domenica a lui tocca il compito di trascinare la sua squadra alla vittoria.
-Un Brindisi vittorioso in quel di Taranto. Che gara prevedi contro la Nocerina?
“Abbiamo fatto una grande partita domenica, frutto di un buon lavoro settimanale. Siamo riusciti a portare a casa i 3 punti, contro una corazzata che fino alla fine punterà alla vittoria campionato. Ma oggi pensiamo alla Nocerina, sappiamo che è una buona squadra, massimo rispetto per l’avversario ma non abbiamo paura di nessuno, soprattutto in casa, la nostra priorità è la vittoria”.
-Avete dimostrato che si vince sul campo e non sulla carta…
“Le partite vanno giocate dal primo al novantesimo minuto, il campo decide. Non siamo né la prima e nè l’ultima squadra che data sfavorita alla fine vince. Il calcio è bello anche per questo”.
-Il Brindisi come la Nocerina fanno parte di un signor girone, quali le tue considerazioni?
“Il girone H è un girone importante con tante squadre forti, che nessun risultato sarà scontato fino alla fine. Secondo me è il girone più importante di tutta la serie D, equivale ad una serie C. Sarà bello confrontarsi con tante realtà importanti e dimostrare il proprio valore”.
-Cosa pensi della regola degli under?
“La regola va un attimo rivista, perché ci sono molti giocatori che al primo anno di over smettono di giocare a calcio perché troppo giovani per essere over e troppo vecchi per essere under. Un giocatore se è valido gioca a prescindere della regola”.
-Cosa può temere la Nocerina del Brindisi e viceversa?
“Sappiamo che la Nocerina è una buona squadra, domenica scorsa ha vinto e sarà carica di entusiasmo. Scenderemo in campo con la stessa voglia di vincere, con la stessa fame che si è vista a Taranto. La nostra arma è il gruppo, uniti verso un unico obiettivo quello di portare la vittoria a casa”.
-Nella tua carriera sono stati fondamentali i tuoi allenatori, chi ti ha lasciato qualcosa?
“Sono stato molto fortunato ad aver avuto allenatori importanti che mi hanno aiutato a crescere sia caratterialmente che calcisticamente. Il primo è stato Mauro Chianese perché mi ha dato quegli elementi per salutare le giovanili e affacciarmi al professionismo. Con piacere ricordo Braglia per l’esordio in Serie B. Zavettieri, Pancaro e Longo che mi hanno allenato in Lega Pro, forse gli anni in cui mi hanno fatto crescere sotto ogni punto di vista. Importante per me è stato anche Campilongo, non smetterò mai di ringraziarlo per la fiducia che mi ha dato. Come lo è Olivieri qui a Brindisi, una grandissima persona preparata da un cuore nobile. Fortunatamente ho avuto sempre degli ottimi allenatori e con tutti sono rimasto ancora oggi in ottimi rapporti”.