«Tenere pulito un luogo è renderlo migliore», scrive sul suo profilo Facebook. «Quello che sta succedendo da un po’ di tempo è un tentativo di cambiamento culturale di mentalità»
Torna sull’emergenza rigiuti il sindaco di Nocera Inferiore, Manlio Torquato. Lo fa con un post sul suo profilo Facebook che oscilla tra lo speranzoso e l’amareggiato, di fronte al comportamento di una parte, per fortuna minoritaria, che rema contro una città pulita e decorosa.
«Quello che sta succedendo da un po’ di tempo, complice l’emergenza rifiuti, – scrive – è qualcosa di più che una necessaria risposta organizzata. È un tentativo di cambiamento culturale di mentalità. Qualcosa che da noi ha sempre fatto difficoltà a prender piede.
È la mobilitazione della coscienza civile di associazioni comitati dipendenti cittadini, di quella parte della cittadinanza, non sempre maggioritaria, che ha cura dei luoghi in cui vive. Che sa che il proprio modo di vivere dipende da sè prima e più che da una qualunque amministrazione.
Che tenere pulito un luogo è renderlo migliore e in ogni senso per la sua stessa crescita. È quella che supera la cultura del lamento, della protesta sterile e tardiva, o dell’insulto volgare o della presa in giro a cavolo (che da noi ha sempre avuto vita facile e ci ha per ciò stesso sempre relegato ad un ruolo di minorità). È quella che segnala, fotografa, chiede, fa volantinaggio, insomma… partecipa. È quella che esige davvero (e non solo per una partita di calcio) #RISPETTO PER NOCERA.
Se tutto questo: tra fognature, discese ai fiumi, differenziata rifiuti ed emergenza (che prima o poi passerà … e speriamo bene) lascerà sul campo la consapevolezza che lavorare per se per Nocera è molto più che “far per tre”, come dice il proverbio, ma per 46mila, tanti quanti ne siamo nella città di Domenico Rea, di Gio’ Marrazzo e Peppino Natale, dei Fienga e di Giovan Battista Castaldo, di San Prisco, di Marco Levi Bianchini e delle “monache rosse” di Gabriele Sellitti… allora il RISPETTO PER NOCERA ci sarà.
E sarà stato, questo si, un buon lavoro. Vuol dire che davvero possiamo farcela. Perché dipende da noi».