Sarà rievocato per la 15ma volta il sequestro del sacerdote Giuseppe Olivieri di Montecorvino Pugliano, ma anche quello di Fritz Wenner, industriale tessile salernitano-nocerino
di Vittorio Campagna
Domenica 4 agosto, a partire dalle 18, nella frazione Salitto di Olevano sul Tusciano, località “Cannabosto”, avrà luogo la 15ma edizione della “Saga del brigante Nardantuono“, una rappresentazione scenica brigantesca del “sequestro di persona” nel prete Giuseppe Olivieri di Montecorvino Pugliano, consumatosi l’11 gennaio 1864. Successe tre anni dopo l’Unità d’Italia, quando gran parte del Meridione era letteralmente infestato da briganti, molti dei quali per le loro azioni avevano motivi politici, ma altri anche semplicemente per indole ed estrazione sociale.
A ordire il sequestro fu il capobrigante Antonino Maratea di Campagna, soprannominato Giardullo, il quale incaricò il suo “caporale” Luigi Cerino di Gauro, frazione di Montecorvino Rovella, e altri quattro briganti: i tre fratelli Marino di Cervinara e Lorenzo Gasparre di Senerchia, a eseguire l’atto criminoso.
Il sequestro avvenne nel bosco di san Benedetto, tra Faiano e Montecorvino Pugliano. Il sacerdote, con un altro compagno di sventura (il dottor Luigi Calabritto) fu trascinato dai briganti per i Monti Picentini, attraverso Polveracchio, le sorgenti del fiume Tusciano e Acerno, fino a giungere in una grotta nei pressi di Campagna, dove li attendevano il grosso della banda con “Capitan Capraio”, come si faceva appellare il Giardullo, e i due luogotenenti, Di Nardo Antonio di Montella, detto Nardantuono, da cui prende nome la manifestazione, e Gaetano Manzo, di Acerno; quest’ultimo libererà il prete il mese dopo, il 16 febbraio, mentre l’anno successivo sarà l’artefice in prima persona dei sequestri dell’inglese William Moens prima, e di Fritz Wenner dopo.
La manifestazione, diretta dall’ingegnere Luigi Ciancio, presenta una qualità scenica degna dei grandi palchi teatrali; tutti gli attori, rigorosamente vestiti con pregiatissimi costumi d’epoca, creano un’atmosfera identica ai tempi vissuti dai briganti. La manifestazione, da qualche tempo, ha superato i confini provinciali e regionali, con una forte presenza anche di turisti stranieri, americani in particolare. Dopo la presentazione scenica seguirà un intrattenimento con canti popolari.
Gli organizzatori, invitano gli spettatori a essere presenti in anticipo sul posto per evitare il traffico; a questo riguardo il Comune picentino metterà a disposizione delle navette che collegano le tre frazioni: Monticelli, Ariano e Salitto con la località Cannabosto. Durante e dopo la manifestazione è possibile degustare piatti tipici locali.
Una nota storica per gli ospiti di Nocera. Forse non tutti sanno che Gaetano Manzo fa’ da “filo conduttore” tra il sequestro di Giuseppe Olivieri, oggetto della manifestazione olevanese, e quello che colpì Federico Alberto Wenner, un personaggio di spicco legato all’industria tessile salernitana-nocerina; allorché, come afferma Angelo Verrillo intervistato da Gigi Di Mauro ne “La tela degli Svizzeri”: «La sera del 13 ottobre 1865, una decina di briganti armati, capeggiati da Gaetano Manzo di Acerno, fecero irruzione nella zona dei Casini Svizzeri e sequestrarono il ventenne figlio di don Alberto Federico» con altri tre collaboratori; i quali furono rilasciati solo quattro mesi dopo, nel febbraio 1866. L’Acernese, infatti, dopo essersi emancipato dal Giardullo formò una propria banda di briganti dedita prevalentemente ai sequestri di personaggi importanti. Il primo rapimento lo realizzò cinque mesi prima di quello del Wenner, il 15 maggio del 1865, a danno degli inglesi William Moens e del reverendo Murray-Aynsley. Tutti e due gli atti criminosi ebbero grande risalto sui giornali di mezza Europa.