In ambito sportivo e in particolare nel calcio, resta ancora enigmatico il ruolo di questa professione. In Italia le più importanti società calcistiche del nord, come Juventus e Milan, fanno di essa una figura essenziale. Al Sud resta invece ancora un tabù
di Maria Esposito
Lo psicologo dello sport deve fare i conti con altre figure che intervengono in ambito sportivo, tra tutte quella del mental coach. Tra le due posizioni vi è una netta differenza sia per le competenze che per l’intervento. In Italia, di recente, alcune società di calcio hanno compreso l’importanza di puntare su questa figura. Ma nella stragrande maggioranza, soprattutto al Sud Italia, se ne fa ancora a meno.
A tal proposito abbiamo raggiunto il dottor Stefano Becagli, psicologo clinico e dello sport, che chiarisce alcuni punti sul ruolo e sull’intervento dello stesso.
– Quale è il ruolo dello psicologo nello sport e in particolare nel calcio?
“È opportuno chiarire da subito che lo psicologo dello sport non “entra nel campo di altri”, ovvero nel rapporto di collaborazione si occupa della sua area d’intervento evitando di dispensare consigli tecnico-tattici. Spesso si ha il timore di chiedere la collaborazione ad uno psicologo dello sport proprio per tali ragioni. Lo psicologo dello sport ha un ruolo preciso: è in possesso di conoscenze specifiche alle tematiche psicologiche e psicopedagogiche con lo scopo di sostenere gli atleti nella loro attività agonistica e al tempo stesso di incentivare uno stile di vita sano e adeguato. Egli può intervenire con funzioni di supporto alla programmazione educativa, di gestione del gruppo, di miglioramento delle prestazioni e del benessere sia dei membri dell’organizzazione sportiva (atleti, istruttori), sia delle figure che gravitano attorno all’organizzazione stessa (ad esempio familiari, preparatori, dirigenti). Nel calcio professionistico lo psicologo lavora prevalentemente alla ricerca della performance, intervenendo su variabili complesse quali motivazione, attivazione, abilità cognitive. L’intervento è rivolto sia all’atleta sia alle altre figure/organizzazioni che gli ruotano attorno, avendo sempre come focus la persona-atleta in un’ottica di ottimizzazione benessere-rendimento”.
– Chi può chiedere l’intervento dello psicologo in una società di calcio?
“Lo psicologo dello sport non interviene unicamente dove vi sono dei problemi: aiuta gli atleti e le squadre a raggiungere un benessere psicofisico che consente di ottenere prestazioni ottimali. Nella mia esperienza personale nel settore posso affermare che le richieste possono arrivare da diverse persone. Alle volte sono le società direttamente tramite il presidente o le altre figure dirigenziali, altre volte sono gli stessi allenatori che richiedono la collaborazione con lo psicologo sportivo. Al di là di chi sia a richiedere l’intervento, la cosa principale è la promozione di una collaborazione integrata (atleti, staff dirigenziale, staff tecnico, genitori e psicologo dello sport) nel progetto che si viene a realizzare”.
– Che benefici può dare?
“I benefici sono molteplici. Ricordo che la preparazione mentale ha delle ricadute sulla prestazione dell’intera squadra come del singolo atleta, allo stesso modo in cui sono importanti la preparazione atletica, quella tecnico-tattica e quella alimentare. Lo psicologo dello sport aiuta la squadra ed il singolo calciatore a gestire diversi momenti della sua prestazione sportiva, che sono quelli che riguardano il pre-partita, la partita ed il post-partita. Si lavora in modo particolare sulle tecniche che aiutano a gestire in modo funzionale lo stress, le emozioni, l’ansia. Questo ovviamente non è tutto, infatti si opera anche sul potenziamento della motivazione, dell’autostima ed autoefficacia, delle capacità di concentrazione ed attenzione. In uno sport di squadra come il calcio ci si focalizza anche sul team building, lavorando sul clima del gruppo, il sostegno all’allenatore migliorando e potenziando i processi di comunicazione tra staff e calciatori. Tornando ai benefici posso dire che un atleta scontento e svogliato non ha mai reso a livello del suo potenziale. Al contrario lo scopo del lavoro dello psicologo dello sport è quello di far rendere l’atleta al massimo del suo potenziale”.
– Lo psicologo dello sport tra società, staff e calciatore…
“Come accennavo prima, per evitare di essere un “intruso” all’interno della società e della squadra è utile sin da subito definire i rispettivi ruoli e competenze. Inoltre, pianificare un progetto d’intervento/collaborazione dove siano altrettanto definiti gli obiettivi da raggiungere. Integrazione è il termine che consente di poter lavorare al meglio e con uno scopo condiviso tra tutte le figure professionali coinvolte. Lo psicologo dello sport, come detto, lavora in sinergia con i professionisti dei vari settori, con gli atleti e lo staff tecnico, partecipa inoltre a riunioni periodiche con sia con staff tecnico che con la dirigenza”.