Il ricordo di Angelo Verrillo: «Dalla sua tipografia, dove è passata gran parte della storia nocerina del ‘900, uscivano solo lavori fatti davvero bene». La simbiosi con il coniuge
di Angelo Verrillo
La prematura scomparsa di Emilio Orlando mi induce a due riflessioni. Prima di tutto, la persona. Emilio era un uomo gentile e cortese che amava il suo lavoro, cui si dedicava con grande passione ed ancor più grande competenza.
Quando, qualche anno fa, ho goduto del privilegio di frequentare la sua tipografia per la stampa di uno dei miei libri, ho potuto sperimentare la sua disponibilità ad ascoltare ogni più piccola osservazione e a correggere, più volte, anche il più piccolo particolare. Aveva una grande considerazione per il suo lavoro e questo lo portava a non trascurare nessun dettaglio: sentiva la responsabilità di far uscire dalla Tipografia Orlando solo lavori fatti bene e non, come si usa dire, “arrunzati”.
Durante quelle settimane, rimasi molto colpito dallo straordinario rapporto che lo legava alla moglie Monica, sua unica collaboratrice, con cui viveva praticamente in simbiosi. Lei è una delle donne che porta con se, oltre a un aspetto gradevole, anche qualità interiori indiscutibili. Raramente, ricordo di aver visto uno di loro senza l’altro. Si vedeva da lontano che si volevano bene: un amore senza fronzoli, di quelli che non possono essere scalfiti dal passare degli anni.
Oggi è momento del dolore e del ricordo ma, in ultimo, voglio anche ricordare che Emilio era anche l’attuale gestore di una tipografia che può vantare una tradizione secolare. Lì dentro c’è gran parte della storia Nocerina del ‘900. Ci sono copie di pubblicazioni oramai introvabili, migliaia di documenti e foto dal valore storico inestimabile.
Il modo migliore per ricordare e onorare la memoria di Emilio Orlando forse è proprio questo: non disperdere quel patrimonio e diffonderlo adeguatamente.
In tanti gli abbiamo voluto bene e, in tanti, lo piangiamo insieme a Monica e ai suoi cari.