L’Istituto Nazionale di Ottica del Consiglio Nazionale delle Ricerche, in collaborazione con l’Università di Firenze e il Laboratorio Europeo di Spettroscopia non Lineare, ha condotto uno studio e sperimentato lo sviluppo di un innovativo materiale foto-responsivo, capace di riprodurre le proprietà meccaniche dell’organo umano
di Maria Esposito
Rivoluzionaria meta raggiunta in campo cardiologico da un team composto da Consiglio Nazionale delle ricerche, Università di Firenze e il Laboratorio Europeo di Spettroscopia non Lineare.
Sono stati sviluppati dei materiali innovativi capaci di contrarsi una volta stimolati con la luce, da mimare la contrazione del muscolo cardiaco, con il fine di realizzarne un primo prototipo di muscolo artificiale. Il lavoro ha dimostrato che questi materiali sono in grado di aumentare la performance contrattile del cuore. In particolare è stata sintetizzata una vera e propria ‘palette’ di cristalli liquidi elastomerici capaci di contrarsi sotto stimolazione luminosa. Questi materiali sono stati caratterizzati meccanicamente come se fossero dei muscoli, con l’obbiettivo di identificare quelli con le proprietà più simili a quelle del cuore umano. I risultati sono andati oltre le aspettative perché la realizzazione di questo materiale biocompatibile può produrre livelli di forza paragonabili o superiori a quelli del muscolo nativo, replicandone le proprietà cinematiche. Questo fa capire quanto questa ricerca è estremamente importante nel contesto di numerose patologie cardiache, sia genetiche che acquisite. Nel caso specifico, dopo un infarto massivo o in presenza di una cardiomiopatia, il tessuto cardiaco viene irreversibilmente danneggiato e il cuore riduce la sua funzione di pompa. Attualmente, in casi gravi, le alternative chirurgiche a disposizione sono estremamente limitate e invasive, con il trapianto cardiaco come unica soluzione a lungo termine. Invece attraverso l’impiego di questi materiali si può pensare alla sostituzione o accoppiamento al muscolo danneggiato e favorire la funzione contrattile di un cuore malato. Le applicazioni della ricerca sono molteplici e riguardano diversi settori della medicina. Infatti, benché i materiali siano stati sviluppati per assistere la contrazione cardiaca, il loro utilizzo può essere esteso per assistere la funzione compromessa dei muscoli scheletrico e liscio, come ad esempio nel caso di distrofie muscolari, malattie neurodegenerative e lesioni spinali. Le ricerche sono state condotte e coordinate da Leonardo Sacconi del CNR-INO e da Camilla Parmeggiani del LENS e Unifi. Il risultato è stato pubblicato sulla rivista Circulation Research.