Con uno spettacolo prodotto da Artenauta teatro e diretto da Simona Tortora, cala il sipario sull’edizione 2018/2019 de “L’Essere e l’Umano”
di Fabrizio Manfredonia
Fotografie di Massimiliano Marolda, dalla pagina ufficiale Artenauta teatro
La prima cosa che salta all’occhio dell’ultimo lavoro di Simona Tortora, che chiude la rassegna l’Essere e l’Umano, più che il titolo, “Cantare alle ossa”, già di per se misterioso e suggestivo, è il sottotitolo “azione poetica”: quasi un ossimoro, quasi un invito a vivere la poesia, in barba a chi la vorrebbe relegata alle pagine di un qualche libro di scuola.
Questa azione, lungi dall’essere uno spettacolo in senso tradizionale, la stessa regista ed ideatrice lo definisce un «non spettacolo», nasce da un’esigenza, quella di ritrovare una memoria antica, ancestrale, una spinta istintiva, la stessa che muove i lupi nel testo di Clarissa Pinkola Estes, “Donne che corrono coi lupi”, fonte di ispirazione per quest’opera teatrale. Ed è proprio uno dei racconti della Pinkola Estes che dà il titolo all’azione, la storia della Loba, la lupa in spagnolo, una donna, una sciamana che si occupa di chi si è perduto: raccoglie le ossa, specialmente quelle dei lupi, ricompone i corpi, canta sulle ossa fino a che si ricoprono di carne e di vita, ricominciando il ciclo vitale. «Le ossa sono per me fonte di grande curiosità – spiega Simona Tortora – i fossili dei dinosauri, quelle dei primi uomini; sono una traccia del nostro passaggio, è qualcosa che rimane». “Cantare alle ossa” è una combinazione di musica, luci, parola e corpo: volessimo cercare un aggettivo per definire l’azione sarebbe “fisico”. La compagnia di Artenauta ha vissuto sulla propria pelle e sulle proprie ossa, la fatica di un allenamento duro e necessario per le suggestioni che il (non) spettacolo si propone di creare. La parola è il completamento di un corpo che già parla nella sua tensione.I testi scelti, che compongono la parte narrativa dell’azione, hanno differente origine: trovano spazio i versi di Mariangela Gualtieri, poetessa cesenate che tra i suoi topoi rincorre l’inadeguatezza della parola, testi tratti da “TUIO” di Judicael Ouango scrittore del Burkina Faso, napoletano da diversi anni e ancora brani tratti dal Vangelo e testi inediti della stessa Simona Tortora che contribuiscono a rendere lo spettatore parte attiva dell’azione, con la sua propria interpretazione ed «energia». «Quando preparo uno spettacolo – ha continuato la regista e promotrice della rassegna che da diversi anni si avvale della collaborazione del Teatro Pubblico Campano – questo nasce spinto da un’esigenza: in questo caso dall’inquietudine verso i tempi moderni e al contempo dalla speranza, una speranza che si trasforma in poesia e preghiera». {loadmoduleid 278}Per assistere all’ultimo spettacolo di Artenauta teatro che chiude la rassegna dopo “Anfitrione” di Teresa Ludovico prodotto da Teatri di Bari, “L’Archivio delle anime. Amleto” di Massimiliano Donato prodotto dal Centro Teatrale Umbro e “Ranavuottoli” di Lello Serao prodotto dal Teatro Bellini e “Napoli Atto Unico” di Antonello Ronga e prodotto anch’esso da Artenauta teatro, è possibile acquistare il biglietto, il cui costo è di 10€, 8€ per under 18, over 65 e gruppi di cinque previa prenotazione, presso il botteghino del teatro Diana la sera dell’evento; presso la libreria Ubik Nocera al corso Vittorio Emanuele II, oppure presso Mondadori Bookstore Nocera di via Matteotti. Per ulteriori informazioni è possibile inoltre chiamare il 3205591797.