Nonostante l’ottima prova degli uomini di Infantino, i marchigiani portano a casa il trofeo con una prestazione di carattere. Giornata storica per il popolo biancorosso
di Maria Esposito
Termina 1 a 0 per i marchigiani la finale della Coppa Italia di Serie D tra Messina e Matelica. Le due squadre si sono affrontate quest’oggi, 18 maggio, sul neutro di Latina, stadio “Domenico Francioni”, sotto la direzione di gara di Alberto Ruben Arena di Torre del Greco, coadiuvato dagli assistenti Ivano Agostino di Sesto San Giovanni e Domenico Castro di Livorno.
Partita vibrante fin dalle prime battute con il Matelica in avanti al terzo minuto di gioco con Pignat, con un tiro da fuori area che non inquadra la porta, mandando la palla a lato destro del numero uno messinese. Attacca subito a testa bassa il Messina che non si fa intimorire: all’8’ Cocimano raccoglie un pallone da centrocampo e di contropiede si invola sulla fascia destra per cinquanta metri superando con un dribbling Riccio e servendo Catalano che conclude con una giocata sterile.Il Matelica sorprende i messinesi un minuto dopo e va in vantaggio con Santiago Dorato, sfoggiando subito una prestazione maiuscola. Minuti di gran gioco da parte di entrambe le squadre. Vero condottiero della gara è Melandri che gioca una enorme quantità di palloni mettendo in seria difficoltà la difesa sicula. Il Messina cerca di reagire con una buona manovra in fase offensiva al 18’: punizione a limite procurata e battuta da Cocimano; la palla rasoterra viene parata da Angelilli sulla linea di porta. Nella prima mezz’ora Messina pericoloso prima con Tedesco e poi con Traditti che non intercetta la palla sugli sviluppi di un’azione personale del numero dieci messinese. L’assistente di gara dopo due minuti di recupero manda tutti negli spogliatoi per il riposo. Inizia la ripresa e non si registra nulla nel primo quarto d’ora. Ci pensa poi Catalano ad alzare il ritmo partita con un destro che impensierisce Avella, ma la splendida parata nega la gioia del pareggio ai siciliani. Ci riprova qualche minuto più tardi, dando l’illusione del gol perché la palla si perde sull’esterno della rete. Colpo su colpo in un susseguirsi di emozioni che strappa applausi a scena aperta sia al folto pubblico messinese che al buon numero di tifosi matelicesi.{loadmoduleid 278} Il Matelica vuole chiudere la partita e mister Tiozzo si priva di Melandri e inserisce Florian. La compagine marchigiana trova il gol del raddoppio sugli sviluppi di un calcio d’angolo, ma l’assistente annulla per fuorigioco. Per circa venti minuti di gioco non si registrano azioni degne di nota, fino al 44’, quando Cocimano con un destro a giro impegna Avella che si stende alla sua destra e blocca con sicurezza. Autentico pathos nei cinque minuti di recupero che l’arbitro di Torre del Greco Arena concede a questa gara che rimarrà storica per la società del patron Mauro Canil, ma anche per il blasonato Messina. Il fischio finale liberatorio regala la coppa e la storia ad un grande Matelica.
Acr Messina-Matelica 0-1 — il tabellino
Messina: Meo, Sambinha, Aldovrandi (1′ st Marzullo), Traditi, Zappalà, Ferrante (36′ st Ba), Biondi, Pirrone (1′ st Selvaggio), Tedesco (28′ st Carini), Cocimano (k), Catalano. In panchina: Prisco, Janse, Dascoli, Barbera, Amadio. All. Pietro Infantino.
Matelica: Avella, Visconti, Riccio, De Santis, Lo Sicco, Cuccato, Angelilli (k; 29′ st Bittaje), Pignat (40′ st Arapi), Santiago (23′ st Margarita), Melandri (21 ‘st Florian), Bugaro (16′ st Mancini). In panchina: Luglio, Benedetti, Favo, De Luca. All. Luca Tiozzo Peschiero.
Arbitro: Alberto Ruben Arena di Torre del Greco; assistenti: Ivano Agostino di Sesto San Giovanni e Domenico Castro di Livorno.
Marcatori: Santiago Dorato 9’ pt.
Note: ammoniti al 34′ pt Ferrante (ME), al 46′ st Mancini (MA). Corner: 7-4. Recupero: 2′ pt e 5’ st.