Oggi l’Italia celebra il giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo. Quella terribile data del 1978 che vide il ritrovamento del cadavere del presidente del Consiglio e l’assassinio del giornalista
di Fabrizio Manfredonia
È successo 41 anni fa, e qualcuno con i capelli bianchi potrebbe dire che sembra ieri. È successo 41 anni fa e per fortuna c’è ancora chi ricorda. Il 9 maggio del 1978 l’Italia perdeva due personaggi in maniera tragica, vittime di quel terrorismo che oggi ci sembra distante nel tempo e nello spazio, nonostante l’attualità ci consegni una realtà diversa, fatta di atti terroristici di estrema crudeltà.
Aldo Moro e Peppino Impastato erano due uomini diversi: più noto al grande pubblico il primo, meno conosciuto il secondo eppure accomunati da un comune destino. Due uomini i cui volti sono ben presenti nelle nostre memorie: impossibile da dimenticare la foto di Aldo Moro con la scritta “Brigate Rosse”,la stella, le spalle basse e quel sorriso amaro; oppure la fotografia che ritrae Peppino Impastato con lo sguardo malinconico, la fronte alta, i capelli al vento, i baffi e la barba sotto la sede di Radio Aut.
Due morti che hanno segnato la storia della Repubblica, che sono entrate nella testa di chi non si arrende ad ogni forma di criminalità e ad ogni forma di terrorismo.
Lo statista della DC reo di esser stato fautore del cosiddetto compromesso storico, rapito 55 giorni prima a via Fani dalle Brigate Rosse, fu ritrovato cadavere nella tristemente iconica Renault 4 rossa posizionata in via Caetani a Roma, a metà strada tra la sede della Democrazia Cristiana e quella del Partito Comunista.
A distanza di diverse centinaia di chilometri, nella notte tra 8 e 9 maggio il giovane attivista siciliano, colpevole di aver denunciato più volte la criminalità a Cinisi in provincia di Palermo dai microfoni di Radio Aut, fu invece giustiziato dalla mafia, la stessa mafia di cui erano esponenti diversi suoi familiari e il cadavere fu imbottito di tritolo e posizionato sui binari della linea ferroviaria Palermo-Trapani onde inscenarne il suicidio. Il popolo di Cinisi però, pochi giorni dopo il ritrovamento del cadavere del giornalista, lo onorò con un gesto simbolico: il 14 maggio del 1978, Impastato, candidatosi per il consiglio comunale nella lista Democrazia Proletaria, ottenne 260 voti che consentirono un’elezione postuma.
Negli anni, l’Italia non ha dimenticato questi due uomini e tante sono le iniziative nate: una su tutte l’istituzione con la legge 56 del 2007 del “Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo interno e internazionale, e delle stragi di tale matrice”, che cade appunto il giorno 9 di maggio, perché, come ha detto lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella «ricordare significa anche non rassegnarsi mai nella ricerca della verità».