Aveva 89 anni. Senatore alla IX e X legislatura, fu capogruppo del Pds in Consiglio comunale a Nocera Inferiore prima dello scioglimento per infiltrazioni malavitose

di Angelo Verrillo
È venuto a mancare il senatore Roberto Visconti. La sua scomparsa ben si presta a confutare i tanti luoghi comuni sui difetti della politica nella Prima Repubblica. Roberto è stato un comunista colto e gentile.

Uno di quelli dai quali molti di noi hanno appreso le virtù della tolleranza, del confronto civile ed anche del compromesso, che non è una caratteristica negativa, ma l’essenza stessa della politica. L’ho frequentato per tantissimi anni e, scavando nella mia memoria, non ricordo di averlo mai sentito rivolgersi agli avversari con insulti o volgarità: difendeva le sue buone ragioni e le riteneva talmente forti che non fosse necessario, per difenderle, insultare o diventare volgari. Roberto Visconti è stato, per alcuni decenni, uno degli architetti più importanti di Salerno e, per un certo periodo è stato anche presidente di quell’Ordine professionale. Nel suo lavoro, rifuggiva il fantasioso e il bizzarro, preferendo rincorrere la bellezza attraverso la sobrietà che, spesso, diventava austerità: semplicemente non amava il superfluo e gli eccessi. Durante una delle tante crisi interne al Pci, gli chiedemmo di venire a darci una mano e lui, come Sempre, non si tirò indietro. Fu il primo capolista del Pds a Nocera Inferiore e, dopo le elezioni, fu capogruppo in Consiglio comunale.
Durante quella consiliatura, il Pds partecipò ad una maggioranza nata per evitare l’onta dello scioglimento per infiltrazioni mafiose. Lui, all’inizio, non condivideva quella scelta ma, ciò nonostante, la accettò e si impegnò con tutte le sue forze perché quel tentativo avesse successo. Quando, durante i lavori per Piazza del Corso, furono scoperti i reperti archeologici, si rischiò di non realizzare più l’opera e di non poter più dare una casa a coloro cui anni prima era stata abbattuta. Fu anche grazie al suo buonsenso che si arrivò al compromesso (ancora una volta) che consentì di salvaguardare i reperti, realizzare la piazza e tener fede agli impegni con le famiglie terremotate.
Buon viaggio, carissimo Roberto.

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