Il Comitato “La fine della vergogna” ha organizzato per domani alle 17, in via Pucci, una riunione informativa per la cittadinanza alla presenza di medici e ambientalisti
Continua, a Nocera Inferiore, ad opera del Comitato “La fine della vergogna”, la campagna di sensibilizzazione della popolazione sulla gravissima situazione di inquinamento ambientale esistente.
Sabato 27 aprile, alle 17, in Via Pucci, saranno presenti i componenti del Comitato, medici ed ambientalisti per informare i cittadini sulla correlazione tra l’inquinamento del torrente e l’aumento delle patologie tumorali. Dopo Solofra e Montoro, infatti, anche Nocera è territorio di morte.
Nessuna notizia ancora dalla Procura di Nocera Inferiore, a cui è stato chiesto con un esposto denuncia, nel mese di settembre 2018, di far luce sugli sversamenti killer e gli autori.
Nel corso dei sit-in che sono programmati a cadenza settimanale nelle zone attraversate dai torrenti Solofrana e Cavaiola, che nel punto di confluenza, in via Pucci, creano una cascata con effetto aerosol-cancerogeno, i componenti del comitato illustreranno le origini e le cause dell’inquinamento del fiume Sarno e tutte le omissioni da parte degli enti preposti alla salvaguardia dell’ambiente.
«Si chiede di reagire – afferma il presidente del Comitato Agostino Galdi – dinanzi a questa vergogna; non è pensabile che i cittadini non si ribellino dinanzi a questo scempio ambientale e non si indignino rispetto a chi con superficialità e negligenza mette a serio rischio la salute dei cittadini».
Il Comitato è entrato nelle scuole ad informare i dirigenti e gli studenti sul rischio incombente di malattie che lo stato di inquinamento e degrado legato al corso d’acqua, che lambisce i plessi scolastici, produce: un corso d’acqua che avrebbe dovuto rappresentare una risorsa oggi ed ormai da 50 anni è una miniera di metalli pesanti, autori del biocidio.
Le persone, purtroppo, ignorano che i veleni che vengono sversati nel torrente Solofrana uccidono le biodiversità e la fauna ittica, terminando la loro corsa nel mare dove, contaminando i pesci, entrano nella catena alimentare producendo nell’uomo gravi malattie, soprattutto oncologiche.
La battaglia dunque è a difesa di un fiume, il fiume Sarno, che da anni , «ucciso dagli atti delinquenziali di chi opera sversamenti illeciti di sostanze chimiche – dichiara Anna Panariti, membro del Comitato – nell’indifferenza di chi era preposto al governo ed alla salvaguardia delle acque, nell’apatia delle istituzioni ed enti preposti e nel disinteresse dei cittadini che si lamentano ma non partecipano alle lotte, oggi è diventato, a sua volta, purtroppo, il killer».