Ancora in corso l’operazione della Guardia di Finanza che vede indagate 25 persone anche a Roccapiemonte, Castel San Giorgio e Nocera Inferiore per frode fiscale
Cinque arresti, 25 indagati e 48 milioni di euro sequestrati. È questo il bilancio provvisorio dell’operazione ancora in corso da parte dei militari della Guardia di Finanza di Scafati, coordinati dal Comando Provinciale di Salerno e che riguarda una colossale frode fiscale nella vendita di carburanti.
Quattro le province coinvolte: Salerno, Napoli, Roma e Bari, e tra gli indagati anche proprietari di note pompe bianche di Nocera Inferiore, Castel San Giorgio e Roccapiemonte.
Pesanti le imputazioni a carico dei 5 arrestati e degli indagati: dichiarazione fraudolenta e omessa dichiarazione, emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, occultamento o distruzione di documenti contabili.
Agli arresti domiciliari sono finiti i fratelli Mario e Roberto Murolo, di Napoli, Giuseppe Savino, di Volla, Luigi Borriello, di San Giorgio a Cremano, Alberto Masullo, anche lui di Napoli e considerato l’ideatore del complesso meccanismo evasivo di frode. Con una vasta e riconosciuta esperienza nel settore e con ruolo di primissimo piano ricoperto in una nota compagnia petrolifera, Masullo è ritenuto uno dei migliori responsabili commerciali di prodotti petroliferi in tutto il Sud Italia. Le Fiamme Gialle hanno così ricostruito il meccanismo fraudolento messo in piedi: i soggetti attinti dai provvedimenti cautelari hanno costituito una serie di società “cartiere” che si accreditavano falsamente come “esportatori abituali”, mediante la presentazione ai fornitori di false “lettere d’intento”, documenti che legittimano gli acquisti senza l’addebito dell’IVA. In questo modo veniva ceduto, su tutto il territorio nazionale, a depositi commerciali o a distributori stradali del circuito delle “pompe bianche”, carburante a cifre nettamente inferiori rispetto a quelle di mercato, attuando così una vera e propria concorrenza sleale nei confronti degli operatori onesti che invece acquistano il carburante ai prezzi normalmente praticati sul mercato. Molto ingenti i volumi di carburante acquistato dal 2012 al 2015 dalle società implicate: circa 210 milioni di euro.