Assicurata la massima disponibilità nei confronti dei contribuenti per risolvere ogni problematica relativa agli avvisi di pagamento. E avvisa: «Non credete a chi vi dice che si tratti di pagamenti prescritti»
I dipendenti del concessionario GeSeT Spa sono pronti a venire incontro a quanti, negli ultimi mesi, si sono visti recapitare avvisi Tari (per gli anni 2013/2014) ed Imu con importi errati: basterà rivolgersi agli uffici preposti presenti presso la casa comunale di piazza Bernardo D’Arezzo negli orari di apertura al pubblico (lunedì e venerdì dalle 9 alle 12:30; martedì e giovedì dalle 16 alle 18).
Lo rende noto il vicesindaco del Comune di Pagani, che è anche assessore a Programmazione, Bilancio e Tributi, Raffaele La Femina. «Da qualche mese il nuovo concessionario GeSeT sta inviando ai cittadini morosi alcune richieste di pagamento relative alla Tari (annualità 2013/2014) e all’Imu con importi in alcuni casi non rispondenti al vero – dichiara La Femina – Tengo a precisare che, nonostante l’ottimo lavoro di bonifica degli archivi portato avanti dai dipendenti della società, sono comunque emersi alcuni errori dovuti esclusivamente ad erronee e non volute operazioni di travaso dei dati. A qualche cittadino, ad esempio, sono arrivati gli importi sprovvisti della detrazione per l’abitazione principale. Di questo mi corre l’obbligo di scusarmi con la Città, sia in veste di vicesindaco che in veste di assessore al ramo finanziario. Voglio, però, rassicurare tutti: basta, infatti, recarsi presso la casa comunale di piazza D’Arezzo e chiedere un incontro con i funzionari preposti. Insieme a loro ogni problema verrà analizzato e risolto nel modo più corretto ma soprattutto senza ulteriori spese per l’utente». La Femina non trascura la confusione creatasi grazie ad alcune persone che ritenevano le bollette ormai prescritte: «Nulla di più falso – aggiunge – la GeSeT ha regolarmente postalizzato gli atti entro il termine previsto dalla legge. Non ci sono errori in questo. Consiglio pertanto i cittadini ad evitare di ricorrere in commissione tributaria. Tale procedura non porta alcun beneficio, e questo perché, oltre al tributo, che sottolineo va pagato, gli utenti si ritroverebbero a spendere inutilmente anche ulteriori somme di denaro».