Primo appuntamento di presentazione paganese del libro di Angelo Verrillo e Gigi di Mauro, una memoria della fiorente attività, e del declino, delle cotoniere meridionali a Nocera e nell’agro
di Rosa SoldaniNella Confraternita dell’Addolorata quarto appuntamento di presentazione, primo nella città liguorina, del libro «La tela degli svizzeri », scritto da Angelo Verrillo e Gigi di Mauro,edizioni dell’Ippogrifo, sul ruolo delle Manifatture Cotoniere Meridionali nell’agro nocerino sarnese.
Fonte di reddito per migliaia di famiglie nostrane, l’industria tessile ha rappresentato una realtà fondamentale per la nostra economia, una realtà da ricordare e della quale lasciare memoria ai giovani di oggi, alle prese con le difficoltà dei tempi e spesso non consci della ricchezza economica e industriale dell’agro in un periodo storico non così lontano. Proprio ai giovani studenti del liceo scientifico “Monsignor Bartolomeo Mangino” si sono rivolti in maniera particolare i relatori Porfidio Monda, presidente di Agro Solidale, l’avvocato Gianfranco Liace, docente presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, il professor Giuseppe Cacciatore, ordinario di filosofia presso l’Università Federico II di Napoli, nel sottolineare l’importanza della memoria storica per le nuove generazioni, sia come metro di identità territoriale e culturale sia come fonte di ispirazione per il futuro. L’arrivo stesso dei Wenner a Nocera e nell’Agro fu il risultato di un fatto storico, l’embargo napoleonico, che spinse gli imprenditori tessili svizzeri a trasferire le proprie attività nel sud Italia e anche nel fiorente agro, dalle caratteristiche geomorfologiche adatte a recepire questo genere di industria. Le giovani donne divennero così operaie delle cotoniere, con un salario già ridotto rispetto agli uomini – questione quanto mai attuale non passata inosservata ai relatori – ma con la determinazione e volontà di emancipazione tipiche delle donne dell’agro ,che sono ricordo vivido nelle generazioni di chi, pochi esclusi, ha avuto una nonna, una zia, una parente impegnata nelle cotoniere meridionali. Le ciminiere e qualche villa svizzera sono oggi l’unico segno tangibile di questo fiorente passato industriale . Ecco perché è stato evidenziato come «La tela degli svizzeri», strutturato in forma di intervista, è inquadrabile nella categoria del libro storico. Contro ogni negazionismo, persino quelli relativi all’olocausto cui si fa riferimento nel libro, la memoria, la testimonianza , la conoscenza della storia, soprattutto locale, sono strumenti imprescindibili per costruire il presente e guardare al futuro. Alla presenza dell’assessore Carmela Pisani, l’incontro è stato moderato dall’avvocato Matteo Baselice, organizzatore della presentazione, nell’ambito degli appuntamenti letterari e culturali promossi dalla confraternita paganese, presieduta dal priore Rino Buonocore