Settimana calda in casa rossonera, dopo l’amara sconfitta casalinga, a suon di valzer, capitani ed ex capitani hanno rilasciato dichiarazioni non poco pesanti contro l’attuale presidenza della Nocerina. Non sono mancati i riferimenti alla vecchia gestione. A tutto ciò si aggiunge il malcontento o la soddisfazione che quella passata è stata l’ultima gara che la Nocerina ha disputato al san Francesco d’ Assisi per aver ceduto l’impianto alle Universiadi
di Maria Esposito
A dare avvio a questa diatriba è stato l’attuale vicecapitano Patrizio Caso che, al termine della gara contro il Gela ha affermato: “Di Nocerina oggi abbiamo solo lo stemma e i tifosi molossi”. A tale affermazione il presidente Paolo Maiorino offeso ha replicato: “Io sono rimasto abbastanza perplesso dalle dichiarazioni di Caso, ovviamente non corrispondono al vero e io da presidente mi sono premesso di mantenere tutti gli impegni a partire dalle vertenze e tutti gli stipendi arretrati, e io ritengo che la società ha delle basi solide perciò nessuna lamentela può essere rivolta alla società e per me sono delle dichiarazioni senza fondamento”.
A queste parole, l’ex capitano e miglior marcatore all time della Nocerina, Giovanni Cavallaro, ha annunciato: “Tutti sanno il momento difficile che ha vissuto la Nocerina la scorsa stagione, e quanto abbiamo fatto ed ho fatto personalmente per questa maglia e questi colori, rimettendoci spesso di tasca mia non prendendo quasi un soldo se non tre stipendi. Se tutti hanno fatto vertenza ed hanno avuto quanto dovevano avere, perché a me non sarebbero toccati? Sono costretto purtroppo ad oggi allora a fare anche io vertenza”. Il calcio a Nocera non trova serenità, questo rientra in quei contesti di calcio malato, che in campo non si vede la domenica, ma che esiste in quarantena e pesa più di una prestazione e di una gara persa. La dirigenza attuale ha il merito di aver riportato in vita la Nocerina, l’obiettivo principale è la salvezza. Meritevole è anche il lavoro della squadra di mister Viscido che con grande impegno e sacrificio sta dimostrando di valere dentro e fuori al campo. “La Nocerina siamo noi” affermano i molossi, lo slogan dei tifosi, questa l’unica certezza e il dodicesimo uomo in campo, e da loro bisogna ripartire nell’unità di un solo credo, quello di stare vicino alla Nocerina e non remargli contro. Maestro di ciò e fondatore di questa intermediazione tra società, squadra e tifoseria è stato lo straordinario Pallanch. Ancora oggi rappresenta quel giocatore fatto di pane e sacrifici mescolati con tanta umiltà e conditi da tanto rispetto. Andrea Pallanch è stato il capitano per antonomasia della Nocerina, capitano di tante battaglie combattute al fianco dei molossi, il centrocampista che ha scritto pagine memorabili di storia rossonera. Approdato nell’Agro nel ’93, giocatore di grandi doti tecniche da subito divenne il simbolo di quella Nocerina, che dal Campionato Nazionale Dilettanti arrivò ad un passo dalla B. Cinque i suoi anni trascorsi a Nocera segnando 23 gol, non pochi per un centrocampista. L’inizio però non fu dei migliori, veniva da 8 mesi di stop e quando arrivò il pubblico era convinto che fosse il calciatore capace di garantire il salto di qualità sin da subito, ma non fu così, purtroppo gli infortuni condizionarono il suo inizio. Dopo un periodo mediocre, Pallanch riuscì a far capire a tutti il campione che era, divenendo il perno del centrocampo rossonero durante l’era Del Neri e quella Simonelli. Sul campo accade qualcosa di magico: nel giro di tre anni dalla Serie D, la Nocerina approda in serie C1, grazie a diversi risultati utili consecutivi e al ripescaggio. E poco importa che la B sia sfumata agli spareggi contro la Ternana, perché questo ex giocatore non ha mai dimenticato Nocera e Nocera non ha mai dimenticato lui. Dici Andrea Pallanch ad un tifoso della Nocerina e gli vedi in volto un sorriso. Dici Nocerina ad Andrea Pallanch e gli susciti la stessa reazione. Da Trento segue la Nocerina ed oggi è stato intervistato dal Risorgimento Nocerino.
–In questo clima di nervosismo a questo punto di campionato dove è fondamentale fare punti, cosa consiglia alla squadra? “Ai giocatori consiglio sempre di dare il massimo sia in allenamento che la domenica in mezzo al campo. Devono isolarsi da altri problemi che potrebbero incontrare fino alla fine del campionato. Questo il mio assunto poi a fine stagione ognuno può decidere il suo futuro, ma nel caso della Nocerina l’obiettivo principale è raggiungere al più presto la salvezza e devono impegnarsi a farlo come stanno facendo in modo impeccabile”.
–Come si sarebbe comportato al posto di Cavallaro e Caso?
“Non penso che della Nocerina ci sia solo lo stemma, c’è una società, questa di Maiorino, che, tra mille difficoltà, ha salvato una squadra e paga i suoi giocatori. Affermazioni quelle di Caso scaturite dal nervosismo della prestazione negativa della squadra, a caldo si è poco ragionevoli si possono dire cose sbagliate e quindi è da scusare. Cavallaro è giusto che rivendichi le sue spettanze gli toccano di diritto se risultano insolute dalla vecchia o nuova gestione, da molosso quale è si mette tanto cuore in alcune situazioni che dopo diventa difficile gestire. È una persona da stimare così come le altre parti in gioco. Discuteranno nelle sedi più opportune, e lo faranno sicuramente per il bene della Nocerina. Io personalmente non amo pubblicizzare a mezzo stampa. Ognuno si muove come meglio crede ed è giusto che sia così. Poi parlare da lontano senza sapere i fatti come veramente sono andati è difficilissimo“.
–Ha detto riferendosi ad una canzone di Ramazzotti che più bella cosa non c’è di Nocera e della Nocerina, perché?
“Dopo un inizio per me molto difficile dove sono stato insultato e minacciato pesantemente, onestamente stavo giocando malissimo ma venivo anche da 8 mesi di inattività causa infortunio, ho ripreso a giocare da Pallanch e dopo la partita giocata a Torre Annunziata è scoppiata la simpatia nei miei confronti salendo sempre più negli anni a seguire. Mi ricordo che dopo la vittoria di Agropoli non uscì dallo spogliatoio a festeggiare insieme alla squadra e con i tifosi perché ero ancora nervoso per le accuse nei miei confronti. Nocera mi ha dato tantissimo in quei 5 anni trascorsi mi ha fatto sentire un giocatore di categorie superiori e ne sarò sempre grato per quello che la porto sempre nel cuore non posso dimenticarmi di questa meravigliosa esperienza vissuta. Un in bocca al lupo per un proseguo di campionato da molossi con il coltello fra i denti fino alla fine del campionato e nessuno può dire nulla”.