I dirigenti Cgil, Cisl e Uil stigmatizzano l’immobilismo dell’azienda ed il perdurare di gravi disagi per i cittadini: 53 interventi di emergenza per un solo medico
Soccorrete il Pronto Soccorso del Ruggi! Così titolano le Funzioni Pubbliche di Cgil, Cisl e Uil in un comunicato emesso per stigmatizzare quelle che loro ritengono gravi inefficienze del Ruggi d’Aragona.
«Ancora una volta si torna a parlare delle criticità del pronto soccorso della seconda azienda ospedaliera più grande ed importante per numero di accessi della Regione Campania. Queste organizzazioni sindacali – dichiarano i segretari provinciali della CGIL FP CISL FP e UIL FPL Addesso, Antonacchio e Conte – hanno sollecitato il management aziendale a prendere seri provvedimenti per la grave ed inaccettabile situazione in cui versa il pronto soccorso del nosocomio cittadino».
La triplice, in proposito, aveva già emesso una nota lo scorso 10 dicembre: «In tale nota – dichiarano Addesso, Antonacchio e Conte – si voleva evidenziare come tutti gli operatori sanitari siano costretti a turni massacranti per cercare di soccorrere con grande professionalità e dedizione tutti i pazienti che hanno bisogno di cure, indicando addirittura le strade percorribili (incremento e migliore organizzazione del personale ed un inevitabile quanto necessario incremento anche temporaneo di posti letto dell’osservazione breve intensiva). A volte sembra che l’azienda ospedaliero universitaria di Salerno sia un’ente che produce beni di altra natura, invece di fornire sevizi sanitari di importanza vitale per i cittadini. Nemmeno per un momento sembra essere accorta ai bisogni della comunità di riferimento. I pazienti dovrebbero essere al centro delle politiche di miglioramento della salute, che è un bene garantito dalla Costituzione, eppure gli stessi pazienti sono costretti, sebbene la grande umanità e professionalità di tutto il personale sanitario, a subire continue deprivazione della privacy e lunghissime attese con notevoli impatti negativi sul “bene” salute». Per la Triplice la direzione sanitaria, sorda alle istanze che partono dai sindacati di categoria, è sempre più lontana dai bisogni dei propri dipendenti ma, soprattutto, di tutta la cittadinanza, impelagata in oscure politiche volte unicamente ad ottenere risparmi di gestione. «È da ultima la notizia – continuano i tre sindacalisti – del bilancio consuntivo 2017, che ha registrato un risultato di esercizio positivo pari ad euro 6 milioni, indicando che la gestione della res publica sia stata pessima, sciatta e poco vicina ai bisogni del territorio».
Cgil Cisl e Uil segnalano episodi che, se veri, sottolineano la gravità della situazione: un medico costretto a fronteggiare 53 accessi, e non da ultimo 83 accessi simultanei di cui otto a codice rosso senza nemmeno una sedia su cui farli sostare. «Prima di pensare ad individuare un bed manager – concludono Addesso, Antonacchio e Conte – ovvero il cosidetto responsabile delle degenze e dei posti letto, bisognerebbe trovare i letti, risorse umane e soprattutto individuare spazi idonei». A confortare le parole dei tre sindacalisti, che invocano l’intervento del presidente De Luca, anche la notizia del grido di allarme lanciato da un responsabile di servizio sempre sulle carenze di personale.