Il capitano dei siciliani spiega i motivi del calo della sua squadra. Importante, per lui, è lo spirito di gruppo per fare risultato e i giovani, se formati calcisticamente, sono fondamentali

di Maria Esposito

Domenico Bombara, classe 1987, terzino sinistro, capitano del Città di Messina, rappresenta sicuramente un lusso per il campionato di Serie D.  Un vero e proprio leader indiscusso, perno difensivo, dentro e fuori dal campo. Perché non capita tutti i giorni assaporare l’emozione dell’esordio in Serie A.

È cresciuto calcisticamente nel settore giovanile del Messina football club, nella sua carriera non manca nulla, non è stata certo priva di colpi di scena, ha vissuto il calcio a 360 gradi, calpestando i campi dalla promozione fino alla serie A. Nella massima serie debuttò nel derby contro il Palermo agli ordini di mister Ventura con la maglia del Messina, la squadra della propria città, in Serie B, era alle dipendenze di Nello Di Costanzo, a soli 21 anni colleziona 12 presenze. Per lui 121 presenze tra Serie C1 e Serie C2 con le maglie di Paganese, Isola Liri, Pro Vasto, Fondi e Città di Messina. Due anni senza calcio, ma un legame indissolubile con la sua città natale, la voglia di ricominciare da zero e di vedere ancora un pallone rotolare ha preso il sopravvento. Nel 2016 spinto da una forte esigenza di ritornare in campo, riparte dal Campionato di Promozione con il Città Di Messina, fascia di capitano al braccio e due campionati vinti. domenico bombara 1Il Città di Messina sarà la prossima avversaria dei molossi, per la Nocerina non sarà facile attraversare lo stretto e imporsi. Così come non sarà semplice per i siculi riuscire ad alzarsi dopo le tre sconfitte consecutive rimediate. Raggiunto telefonicamente dalla redazione sportiva del Risorgimento Nocerino, il difensore siculo spiega quali i motivi di questo declino: “L’avvio di stagione non è stato dei migliori, alcuni fattori, come il peso della categoria e il livello dei giocatori di categorie superiore, sono stati determinanti e hanno condizionato il nostro operato. Le prestazioni sono state buone, escludendo la sconfitta con il Castrovillari, abbiamo espresso un buon calcio. Non dev’essere un alibi ma ci ha limitato tanto l’allenamento infrasettimanale su un campo in erba sintetica per noi che, le gare le disputiamo sull’erba naturale. Da capitano ho sentito la necessità di chiuderci nello spogliatoio e analizzare il caso confrontandoci. Abbiamo capito che la nostra forza era il gruppo stesso, e proprio grazie a questo spirito di gruppo che il Città di Messina è riuscito a vincere contro il Locri, Turris e il derby con il Messina”.

domenico bombara 3Affronterete la Nocerina domenica al Despar Stadium, come state preparando la partita?A prescindere dall’avversario, noi abbiamo l’esigenza di fare punti per raggiungere quanto prima la salvezza. Vincere non è mai facile ma domenica deve essere una priorità, abbiamo le caratteristiche per farlo, stiamo lavorando e analizzando la gara sia sul piano fisico che mentale. Sappiamo di affrontare una squadra che sta facendo bene, una squadra importante, di un certo calibro che ci metterà in difficoltà. Giochiamo con lo stesso modulo 3-5-2, all’andata abbiamo perso, la Nocerina vanta di un organico con degli ottimi giocatori, a prescindere dal tifo. Noi non abbiamo un sostegno, siamo una piccola realtà, i familiari e la nostra società sono il nostro punto di forza”.
La classifica vi accosta alla zona rossa dei play out, come la interpreti?Ci sono dieci squadre nel mezzo, basta una vittoria per allontanarsi dai play out. Adesso è iniziato il girone di ritorno e sarà completamente diverso da quello di andata, ci aspettiamo sviluppi, le squadre si allungheranno e si percepirà il distacco. Ci saranno compagini come il Messina che sicuramente emergerà. Se guardiamo invece la classifica in alto a prescindere dal Bari, le squadre che mi hanno impressionato sono la Turris e il Marsala”.
domenico bombara 4Il Città Di Messina così come altre squadre sono formate da un organico con molti giovani, quali le tue considerazioni? “Con la regola degli under c’è l’esigenza di inserire nella formazione quattro giovani. I giovani vanno formati calcisticamente, abbiamo bisogno di loro, vanno gestiti. Molti rendono altri un po’ meno, fondamentale è insegnargli la giusta mentalità che il campionato di serie D è un campionato semi-professionistico dove i risultati positivi ripagano sulla propria carriera futura così come quelli negativi”.

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