Il sindaco ha ereditato una città abbandonata a se stessa dal predecessore Marco Galdi. E governa sostenuto da un gruppo di giovani “bravi ragazzi”, come qualcuno ironicamente li definisce
di Nino Maiorino
Riprendiamo il discorso, interrotto qualche tempo fa, sull’amministrazione cittadina cavese retta con pugno saldo, ma con indubbio stile, dal sindaco Vincenzo Servalli, eletto nel maggio del 2015, che, anche grazie alle sue doti umane, governa senza eccessive difficoltà da oltre tre anni (è stato eletto a maggio 2015 con una coalizione di sinistra) sorretto da una solida struttura politica e amministrativa, sostenuto da un gruppo di giovani “bravi ragazzi”, come qualcuno ironicamente li definisce, i quali, in verità, si danno da fare, in assenza di una vera opposizione, visto che, da quella che c’è in questi anni di consiliatura, non ha mai avuto veri ostacoli.
Vogliamo portare ad esempio della buona amministrazione di Servalli la recentissima illuminazione del tratto di strada provinciale che porta da Cava a Vietri, precisamente quel tratto di circa un chilometro di SS18, via Enrico De Marinis, tra i confini delle due città (da Ponte Surdolo alla Zeppola Dorata); quel tratto da decenni era rimasto al buio in quanto non di competenza comunale, bensì provinciale, ma la Provincia si è sempre disinteressata; oggi finalmente è illuminato in quanto i due sindaci di Cava e Vietri se ne sono fatti carico e hanno risolto l’annoso problema.
Partiamo da questo episodio emblematico di buona amministrazione, intesa principalmente a sopperire ad omissioni passate o riparare danni di precedenti amministrazioni, che quella di Servalli si sta sforzando di fare.
L’amministrazione Servalli seguì il quinquennio amministrativo del sindaco Marco Galdi, durante il quale la città venne abbandonata a se stessa: Galdi si intestardì su grandi progetti irrealizzabili, si impelagò in operazioni faraoniche che hanno portato solo danni e non solo economici: valga per tutte l’operazione Cofima, vale a dire il costoso acquisto dell’area di fronte al casello autostradale, finalizzato ad un irrealizzabile nuovo ospedale cittadino in un momento storico/economico durante il quale gli ospedali si chiudono; Galdi ha scritto un libro dei sogni che tale è rimasto, ma abbandonando la città a se stessa, privata perfino dei più semplici interventi manutentivi.Vincenzo Servalli è il sindaco che ha riparato, e lo sta ancora facendo, i danni precedenti, intervenendo sulla vivibilità della città, dando impulso all’abbellimento della stessa, anche con continui interventi manutentivi specialmente nelle località centrali (qualche appunto gli si può fare per una non uguale attenzione per le periferie), completando opere intraprese da tempo (come l’apertura del trincerone e del sottovia), sistemando edifici scolastici pericolanti, chiudendo agglomerati fatiscenti, razionalizzando i servizi con l’accorpamento in capo ad una sola azienda, la Metellia Servizi, della raccolta dei rifiuti e della gestione dei parcheggi; e tanto altro ancora.
Servalli ha mostrato un grande amore per la città e per la cittadinanza, non solo teorico, ma calandosi nei problemi e cercandone soluzioni semplici, realizzabili e poco costose: e questo, rispetto alla megalomania di qualche suo predecessore, vuol dire tanto; con i tempi che corrono e le scarse risorse economiche non è facile fare ciò che a Cava è stato fatto, e che continua a fare, tanto da portare la città ad essere veramente considerata la seconda della nostra Provincia, il che suscita non pochi mugugni da parte di altre viciniore, che non vedono con piacere come Cava sia tanto apprezzata e frequentatissima anche da gente proveniente dai circondari.
Diciamo quindi che, tutto sommato, il sindaco Servalli grossi problemi non li ha mai avuti, fatta eccezione per la tegola giudiziaria che a settembre scorso è piombata sulla città, derivante da una inchiesta della Magistratura su infiltrazioni delinquenziali e camorristiche, che ha portato in carcere una quindicina di presunti delinquenti ed ha sfiorato anche l’amministrazione cittadina per le rilevazioni di un pseudo pentito il quale avrebbe accusato il Vice Sindaco di presunti agganci con frange malavitose; tutto da provare visto che quel vicesindaco, volontariamente dimessosi, non è snemmeno stato indagato; in quella occasione Servalli ritenne di azzerare immediatamente la giunta, salvo poi a rinominarla senza variazioni.
Certamente l’esito dell’inchiesta fa concretamente temere che anche Cava non sia un’isola felice immune da infiltrazioni criminali, come farebbero intendere recenti episodi criminosi ai danni di esercizi commerciali, ma c’è da dire che nella città non si respira quell’aria pesante che invece si respira in altre realtà circostanti nelle quali la delinquenza è percepita a pelle.
Qualcuno accusa l’amministrazione Servalli di non aver saputo guardare in grande per il futuro della città, di non averle dato prospettive nuove tali da evitare l’isolamento al quale sembra destinata, un poco per sua scelta, ma anche per problemi legati alle vie di comunicazione che oggettivamente l’hanno penalizzata.
Il problema indubbiamente c’è; a nostro avviso, dopo anni di lassismo, già il completamento di grandi opere può essere considerato un buon risultato; speriamo però che in questo scorcio di tempo che la separa dalla fine del mandato, l’amministrazione Servalli riuscirà a mettere in cantiere qualcosa di lunga prospettiva.
La prima cosa da fare, a nostro avviso, è il completamento del trincerone-sottovia il quale, così com’è adesso, non ha risolto il problema di liberare la città dal traffico di attraversamento. A tal proposito ci risulta che i tecnici del Comune siano a buon punto per una ipotesi di collegamento dell’attuale grande rotatoria con la bretella che dalla periferia della città porta verso Nocera e dovrebbe poi collegarsi ad una nuova viabilità verso Scafati; c’è anche l’idea di attuare un collegamento viario tra Cava e la costiera amalfitana attraverso un tunnel da scavare sotto la montagna di Monte Finestra, o con la realizzazione di strade di collegamento tra Cava e Tramonti, ma questa sembra solo una idea alla quale si dovrebbe dare qualche concretezza.
Un fatto comunque è certo: si è sempre detto che la città di Cava è la porta della divina costiera; oggi questo è una realtà e non solo verso la costiera amalfitana, ma anche verso la città di Salerno, basta vedere quanti bus e autovetture stazionano negli ampi parcheggi di Cava specialmente in occasione della illuminazione delle luci d’artista a Salerno; ma indipendentemente da ciò la città è ricca di presenze al punto che, in talune circostanze, il centro è gremito di persone, i locali di ristoro sono affollatissimi, anche grazie a un nutrito programma di eventi natalizi e di fine anno, e l’economia ne beneficia.
E se questo non viene visto anche come un merito dell’attuale amministrazione, vuol dire che probabilmente è scoppiata una epidemia di miopia e di impenitente settarismo.
Speriamo che il nuovo anno porti progetti e prospettive concrete per il futuro, e anche in questa ottica auguriamo alla città di Cava e alla sua amministrazione buon Natale e buone feste di fine d’anno.