Si terrà il 15 dicembre nell’aula consiliare, a partire dalle 17:30. Ad organizzarlo l’associazione Urbe. Tra i presenti l’ispettore onorario ai beni archeologici cittadini Antonio Pecoraro
Convegno su Nuceria nell’aula consiliare di Nocera Inferiore il 15 dicembre alle 17:30. In occasione del sessantennale dell’articolo “la città rivale dell’antica Pompei”, a firma di Amedeo Maiuri, con cui si annunciava all’intera nazione, con pubblicazione sulla testata nazionale “Il Corriere della Sera”, la scoperta dell’anfiteatro romano dell’antica Nuceria, l’associazione Urbe intende onorare questa ricorrenza, approfittandone, contestualmente, per porre nuovamente l’accento sul rilievo nazionale di questa scoperta, ed al contempo sottolineare l’enorme potenziale che tutt’oggi risiede nei beni archeologici di cui le città di Nocera Inferiore e Nocera Superiore vantano.
Pertanto, l’associazione Urbe Nocera andrà ad organizzare un convegno intitolato “NUCERIA ha un cuore antico – Riscopriamo la città perduta” con l’obbiettivo di sensibilizzare quanto più possibile l’intera cittadinanza verso questa tematica, così da renderla consapevole del patrimonio culturale di cui le proprie città godono, nonché delle prospettive di sviluppo legate agli stessi. Per ottemperare tale obiettivo, sarà data la parola, durante il convegno, ad autorevoli accademici: interverranno il professor Antonio Pecoraro (ispettore onorario per i beni culturali delle città di Nocera Inferiore e Nocera Superiore), il professor Massimo Capaccioli (docente onorario dell’Università di Mosca e astrofisico italiano, già direttore dell’Osservatorio astronomico di Capodimonte), il professor Carlo Rescigno (docente ordinario in archeologia classica presso l’Università degli Studi della Campania), il professor Paolo Peduto (docente emerito di archeologia medievale presso l’Università degli Studi di Salerno) ed il professor Giuseppe Camodeca (docente ordinario di storia romana ed epigrafia latina per la facoltà di lettere e filosofia dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”).