Tutto esaurito per “Io l’erede” di De Filippo nelle prime sei recite. Il 24 e il 25 novembre, al teatro di via Cauciello a Pagani, le ultime due repliche del lavoro diretto da Alfonso Tortora
C’è ancora voglia di teatro. C’è ancora voglia di emozioni. Inizia col botto la stagione 2018/2019 de “La Locandina”. Il teatro di via Cauciello a Pagani, giunto al suo trentanovesimo anno di attività, ma già con un piede nel quarantennale, come amano ripetere i soci, sorprende ancora una volta gli spettatori con uno spettacolo poco conosciuto dal grande pubblico come è “Io l’erede” di Eduardo De Filippo, ma che riesce a far sorridere e a far riflettere oltre gli schemi classici delle commedie eduardiane. La risposta di pubblico è stata eccellente: le prime sei repliche hanno fatto segnare il tutto esaurito.
Ne esce una rappresentazione complessa ma dal ritmo incalzante, dove la parola è al centro della scena e dove il genio di De Filippo può brillare in tutta la sua critica e amara riflessione sui tempi moderni.
Grande merito è da riconoscere ad Alfonso Tortora, regista dello spettacolo che, come da lui stesso ricordato, nel ricercare testi che lo soddisfacessero appieno e lo spingessero a una riflessione, ha puntato su un Eduardo poco conosciuto confezionando una regia impeccabile, asciutta nei movimenti, evocativa e mai banale: alcuni momenti sono di forte impatto visivo perché costruiti con musica, luci, parola e movimento bilanciati con una cura maniacale tale, da stregare il pubblico. Ottimo l’apporto tecnico di Nando Forino, puntuale nell’accompagnare la narrazione con musica e luci.
Le vicende della famiglia Selciano, ossessionata dal «fare del bene» spinta più da un bisogno egoistico che da reale «carità cristiana» come ripete il capo famiglia, l’avvocato Amedeo Selciano, interpretato da un Tonino De Vivo perfettamente a suo agio nel ruolo, vengono smosse dall’arrivo di Ludovico Ribera, figlio del defunto beneficato della famiglia, Prospero Ribera, vissuto in quella casa per ventisette anni (trentasette nel testo originale). Un personaggio complesso, privato dell’infanzia, un self made man che è vissuto in mare ma che come un moderno Ulisse, trova la forza di tornare a casa e di reclamare un’eredità che è l’unico lascito di un padre “vittima” della bontà della famiglia Selciano.
Le sfaccettature del personaggio sono rese in maniera magistrale da un superbo Alessandro De Pascale, giovane attore solo anagraficamente, che riesce a fotografare appieno la complessità di un uomo solo, odioso per certi versi, intriso di quella amara ironia che Eduardo gli ha cucito addosso. Un uomo capace di tutto che è la proiezione di un bambino che «non ha mai giocato con il cerchio» come dirà De Pascale sul finire della commedia in uno dei più emozionanti dialoghi del testo, quando inviterà l’attuale beneficata della famiglia Selciano, Bice, interpretata dalla giovane e convincente Elena Tortora capace di mostrare la crescita dal personaggio nei tre atti di cui si compone la commedia, a prendere in mano la propria vita senza «disertarla».
L’intero cast, si muove con naturalezza sulle tavole di legno, consapevole del personaggio che porta in scena: Monica Civale, Peppe di Maio, Renato Giordano, Valeria De Pascale, Rosaria Argentino, Rosaria De Angelis, Fabrizio Manfredonia e i già citati Alessandro De Pascale, Tonino De Vivo e Elena Tortora restituiscono credibilità e modernità ad un testo del 1942.
Per chi non avesse ancora visto lo spettacolo ha ancora sabato 24 alle ore 21 e domenica 25 alle ore 18:30 per andare a teatro. Per informazioni e disponibilità è possibile, inoltre, visitare il sito www.teatrolalocandina.com.