A partire dal XVII secolo tra gli europei ricchi e colti esplose la moda del “Grand Tour”. Nocera era tra le mete preferite e al Battistero di Santa Maria Maggiore arrivò anche l’autore de “La piccola fiammiferaia”
di Rita Cuofano
A partire dal XVII secolo cominciò a diffondersi tra i giovani aristocratici europei la moda del “Grand Tour”, che consisteva nell’effettuare un lungo viaggio per perfezionare il proprio sapere ed allargare le proprie conoscenze. Uno dei Paesi più visitati era l’Italia, con i monumenti dell’antica Roma e le sue città ricche di storia.
Verso la fine del XIX secolo anche le giovani donne d’alto ceto cominciarono ad effettuare questi viaggi e quasi sempre erano accompagnate da qualche zia nubile. I giovani rampolli che venivano a visitare l’Italia avevano l’abitudine di commissionare un proprio ritratto ad un pittore importante del momento e soprattutto di prendere appunti. Proprio da alcuni appunti siamo venuti a conoscenza che in tanti sono passati anche dalle nostre parti ed hanno visitato il Battistero, la basilica di Materdomini ed altro.
Il più famoso “grand tourista” passato per Nocera Superiore è stato sicuramente il danese Hans Christian Andersen, celebre per le sue fiabe (Il brutto anatroccolo, La piccola fiammiferaia, La principessa sul pisello, La sirenetta ecc.).
Pur non appartenendo ad una famiglia aristocratica, aveva avuto la possibilità di studiare ed iniziò il Gran Tour dopo aver ottenuto una borsa di studio all’Università. Egli probabilmente arrivò a Nocera il 3 marzo 1834 e non solo riportò nei suoi diari appunti e note molto interessanti, ma realizzò anche uno schizzo del colonnato interno del Battistero; inoltre fece confluire alcune sue impressioni nel romanzo “L’improvvisatore”, pubblicato nel 1835. L’interesse per il Battistero fu tanto che ne parlò anche in una lettera indirizzata all’amica Henriette Wulff. L’ultimo “grand tourista” famoso è stato il sovrano di Svezia Gustav VI, che amava l’Italia, la Campania e l’archeologia e, da buon intenditore, nell’ottobre del 1964, volle ammirare con la moglie Luise Alexandra le colonne, i marmi e gli affreschi di quello che è uno dei più importanti monumenti dell’antichità.