Nella confraternita dedicata al culto della Madre di Gesù e legata all’Ordine secolare dei Servi di Maria, festeggiamenti in chiave culturale con la presentazione di un libro sulle foibe. Soddisfatto il priore Matteo Baselice
di Rosa Soldani
Si sono conclusi ieri a Pagani i festeggiamenti in onore della Santissima Vergine Addolorata presso la confraternita dei Servi di Maria. A partire dalla giornata di martedì, cinque giorni di appuntamenti religiosi ma anche culturali, culminati sabato 15 settembre nella presentazione del libro della professoressa paganese Creola Izzo, col quale la scrittrice ha ripercorso la triste pagina delle foibe, una tragica fase della storia del nostro paese che visse durante la seconda guerra mondiale gli eccidi della popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia.
Un momento storico in cui la città di Pagani mostrò il proprio spirito di accoglienza ospitando molti rifugiati giuliano-dalmati, come l’autrice racconta nel proprio scritto, che è anche un libro storico. Un fatto sconosciuto a tanti, che ha destato interesse nel pubblico per lo più ignaro del legame intercorso tra Pagani e la piaga delle foibe. Nel libro Creola Izzo ricorda il rapporto di amicizia nato con una donna esiliata, che raggiungeva spesso il negozio di famiglia coperta da un foulard nero, e che dai suoi ricordi di bambina è riaffiorata coma la sua «profuga preferita», per la particolare dolcezza ed empatia di quella signora venuta da lontano. Una storia accolta con interesse anche dal sindaco Salvatore Bottone, che ha invitato la scrittrice a presentare l’opera anche presso la casa comunale, specie per approfondire il discorso sul ruolo solidaristico svolto dalla città durante questo particolare momento storico. La confraternita dell’Addolorata, retta dal priore avvocato Matteo Baselice, ha inteso dare in questi anni un taglio culturale alla festa in onore della Vergine, con presentazioni di libri, concerti, spettacoli. «Il nostro contributo alla città vuole passare per occasioni di incontro e di festa che abbiano una matrice culturale», le parole del priore. «Vogliamo concepire i festeggiamenti con una impronta diversa dalla tipica festa civile, come riteniamo sia giusto per una confraternita religiosa che non svolge le tipiche attività di una parrocchia». I momenti religiosi sono stati molteplici e partecipati. Sabato 15, giorno della festa, la confraternita ha ospitato don Antonio Montefusco, assistente spirituale dell’Ordine secolare dei Servi di Maria, di cui i confratelli sono membri. Non sono mancate le occasioni di commemorazione e suffragio dei priori deceduti e un ricordo speciale rivolto a padre Giovanni Vicidomini, redentorista, durante le messe che si sono tenute tutte le sere alle 19 da martedì a domenica, giorno conclusivo dei festeggiamenti.