A realizzarla fu l’azienda Gaetano Buscetto, cui furono poi affidati altri lavori simili. Una realtà che tutt’oggii continua a portare alto il nome della città nel mondo
di Anna De Rosa
Nella nostra città numerosi sono i nomi che l’hanno resa memorabile, e tra questi sicuramente quello di “don” Gaetano Buscetto. La sua industria, ancora in attività, fu tra i fiori all’occhiello di Nocera Inferiore negli anni ’50.
Meccanico per passione, riuscì, a nemmeno tre anni dalla fondazione della sua industria, ad essere uno dei nomi più rinomati nell’Agro. Gaetano e il fratello Francesco aprirono inizialmente un locale a piazza Guerritore verso la fine degli anni ’30, «quando l’automobile era un lusso per pochissimi e desiderio non solo irrealizzabile, quanto addirittura inimmaginabile per la quasi totalità dei nocerini» (da Com’eravamo).
Quando “don” Ciccio decise di lasciare l’officina, il fratello acquistò un spazio agricolo tra via Fucilari e la statale 18, realizzando il progetto industriale che sognava: capannoni, sistemi e giovani operai diedero vita a moderni macchinari che servivano per l’industria conserviera e non solo, entrando in competizione con le grandi industrie del Nord. È, infatti, a lui che si deve, nel 1952, il restauro della lanterna del faro genovese.
Nel 2012, in occasione della sfida del campionato di serie B tra Sampdoria e Nocerina, il signor Gerardo D’Aurelio, storico tifoso molosso ed ex dipendente della ditta Buscetto, ha portato con se una targa ricordo da piazzare sull’estremità della Lanterna. Alcuni lavori di ristrutturazione che riguardavano in quei periodi la struttura genovese hanno negato il sogno al signor Gerardo che, comunque, ha consegnato il tutto al custode prontamente avvisato dalle autorità comunali e portuali.
Diventata ormai il punto di riferimento della città, negli anni ’50/’60 l’impresa Buscetto si interessò anche alle imprese sportive nocerine, in modo particolare in ambito calcistico, facendo si che don Gaetano diventasse presidente onorario dei molossi grazie ai finanziamenti erogati alla squadra. Sotto la sua, e quella di altri imprenditori, la Nocerina ritornò in serie D dopo ben dieci anni e vinse lo scudetto nazionale dilettanti nel 1962.
Anche se oggi don Gaetano non c’è più, i capannoni sono ancora lì, operativi, a memoria della storia dell’impresa e dell’uomo che l’ha creata.