Il dottor Alfonso Bartiromo, referente salernitano dei medici per l’ambiente, lancia l’allarme dopo il rogo di Caivano: «Sette anni di pericolo per bambini e donne gravide»
Lanciano un allarme che non si potrà ignorare i medici per l’ambiente di Isde Campania, dopo il rogo di Caivano che è stato solo l’ultimo gravissimo episodio di inquinamento ambientale dopo quelli di Battipaglia e San Vitaliano.
«A seguito dei gravissimi roghi di strutture industriali nelle ultime settimane nella nostra regione – dichiara il nocerino dottor Alfonso Bartiromo, presidente della sezione provinciale di Salerno – non siamo solo preoccupati per il grave danno ambientale per questi incendi di natura dolosa, probabilmente organizzati da chi gestisce il destino dei rifiuti industriali, ma denunciamo un danno di salute acuto e persistente per almeno 7 anni, certificabile come rischio certo per i bambini sotto i tre anni di età e per le donne in gestazione che vivono nel raggio di tre chilometri dalla nube tossica di Caivano».– Quale, in particolare, il motivo di un allarme a così lunga scadenza?
«Le sostanze chimiche rilasciate dalla combustione di plastiche e altri materiali – spiega Alfonso Bartiromo – creano liberazione di diossine, pcb- diossinosimile e altri pops (inquinanti organici persistenti con caratteri di cancerogenecità, acronimo inglese di persistent organic pollutants, sostanze chimiche molto resistenti alla decomposizione e che si accumulano nei tessuti biologici umani). Il rischio di danno di salute coinvolge la popolazione e la prevenzione collettiva dell’Asl non può limitarsi a chiudere le finestre. Riteniamo insufficienti tali misure, come abbiamo perplessità sul monitoraggio tecnico dell’Arpa, con cui vorremmo confrontarci per la valutazione che viene attribuita all’evento. Abbiamo intenzione – conclude il presidente dell’Isde di Salerno – di coinvolgere la Procura della Repubblica con un esposto in cui si denuncia l’aggravante di danno di salute pubblica al reato di disastro ambientale».
L’Isde ha messo nero su bianco la sua denuncia con un documento firmato dal presidente regionale Gaetano Rivezzi e da tutte le sezioni provinciali.