Si è concluso un corso che ha visto tenersi cinque incontri con le migliori firme del giornalismo italiano. Lo scopo? Insegnare ai dottori a comunicare e ad interagire con i media
Insegnare a comunicare e ad interagire con i media. Sembra una attività che tutti sono in grado di fare, ma non è cosi. Anzi, è semmai vero il contrario.
Esistono infatti regole non scritte di interazione, esistono modi di predisporre quanto si vuole dire per rendere migliore e più incisivo il contenuto, in modo che la stampa sia già pronta ad accoglierlo, esistono modi di parlare, di porsi, di stare davanti alle telecamere o a un taccuino (oggi magari ad uno smartphone che registra tutto). Ogni media, inoltre, ha le sue ‘regole’, il suo pubblico e il suo modo di vedere la salute, la scienza, la sanità. Per questo – prima di una serie di iniziative – il Ruggi di Salerno ha deciso di coinvolgere cinque importanti giornalisti della stampa nazionale, a rappresentanza di agenzia di stampa, periodici, quotidiani e inserti salute, televisioni e radio, per altrettanti corsi dedicati ai direttori di dipartimento e dirigenti medici dell’ospedale. In questi due mesi dunque si sono svolti cinque corsi che hanno coinvolto giornalisti delle principali testate nazionali, dall’Ansa al Corriere, dalla RAI con TV e Radio, fino a testate periodiche settimanali.
“Conoscere e quindi interagire con questi media – spiega il direttore generale Giuseppe Longo – è fondamentale per il medico primario, che deve necessariamente essere in grado non solo di gestire le attività cliniche, le risorse affidate, le relazioni, ma anche la comunicazione interna ed esterna, ossia di essere un reale ‘opinion leader’. Sarà infatti lui a trovarsi di fronte a microfoni e telecamere in caso di scoperte scientifiche, eventi di cronaca, iniziative del proprio dipartimento dedicate alla popolazione e ai pazienti. Non solo. È fondamentale anche per la direzione generale, sanitaria, amministrativa, per l’ufficio stampa della struttura, che devono quotidianamente interagire con la stampa locale e nazionale, preparando i messaggi, preparando i contenuti, per comunicare correttamente ed evitare fraintendimenti. Sapere infatti di avere a disposizione un medico capace e competente non solo nel suo lavoro, ma anche in quello di comunicatore, è fondamentale. Per questo i media training sono sempre più richiesti da aziende, ospedali, università, società scientifiche. Un investimento importante, a lunga durata, di prospettiva e lungimirante, che abbiamo terminato ieri dopo cinque corsi interessanti ed entusiasmanti, con grandi e positivi riscontri”. È stata, insomma, una comunicazione a tutto tondo: Stampa-Medico-Paziente, cinque momenti diversi l’uno dall’altro ma legati dallo stesso filo conduttore: imparare a comunicare. E non è finita qui. Sono in programma per l’autunno altri appuntamenti per i nostri primari, con approfondimenti che in questo primo giro non è stato possibile svolgere.