«In molti, a sette anni di distanza, si chiedono ancora come è possibile che io sia sopravvissuta». Arrivò all’Umberto I la sera precedente il suo compleanno con l’intestino perforato
Festeggia da sette anni il compleanno come ricordo del suo “ritorno alla vita” Sonia Angrisani, 28enne nocerina che la sera tra il 1 e 2 luglio 2011 arrivò all’Umberto I di Nocera Inferiore con l’intestino perforato e con poco più dieci minuti di vita a sua disposizione.
«Sono stati per noi giorni terribili – commenta la sorella più grande Rosa – per venti giorni Sonia lottò tra la vita e la morte, e noi eravamo lì senza poter fare altro che aspettare e pregare».
«Non saranno mai abbastanza i miei ringraziamenti al dottor Luigi Sparavigna e ai reparti di ginecologia e chirurgia d’urgenza – ci dice Sonia, che da qualche tempo ha iniziato a collaborare con Rta Live – Il dottore quando mi vede mi prende in giro e mi dice che sono il guaio più grande della sua vita ma anche un miracolo vivente. Nonostante varie visite e ricoveri nessuno mi aveva mai diagnosticato il morbo di Chron. Quando arrivai in ospedale si pensava ad una peritonite, ma invece avevo già l’addome e il sangue pieni di materiale fecale. Come sono sopravvissuta se lo chiedono ancora in tanti».
Sonia, che ha due bambini e che l’anno prossimo conta di convolare a nozze con il suo compagno, ci dice «Quando ogni volta il mio futuro marito, mia mamma o mia sorella mi chiedono che regalo voglio per il mio compleanno io rispondo che ho avuto già il regalo più importante: la vita».