Insorge Emiddio Ventre del comitato No Vasche. Incontro nel pomeriggio alla confluenza dei torrenti Solofrana e Cavaiola per dimostrare la presenza di cromo
di Nello Vicidomini
Una battaglia che continua incessantemente, quella intrapresa dall’ambientalista Emiddio Ventre, impegnato animatore del comitato No Vasche, No Inquinamento. Intorno alle 16 di oggi ha riunito sul ponte di via Pucci, a Nocera Inferiore, un folto gruppo di persone per discutere del problema inquinamento che attanaglia, ormai da tempo, i fiumi del nostro territorio.
E quale miglior posto, se non il punto dove confluiscono Solofrana e Cavaiola? A preoccupare è stato il colore delle loro acque così come il cattivo odore emanato. In particolare, la tinta rossa innaturale che caratterizza ormai abitualmente il Solofrana, come spiega Emiddio Ventre: «Il Cavaiola raccoglie gli scarichi cittadini di Nocera Inferiore. Nonostante l’odore e il colore scuro – continua l’ambientalista – i batteri presenti nel fiume si disintegrano biologicamente. Il cromo presente nella Solofrana invece preoccupa eccome!». Inoltre, pochi mesi fa, il comune di Nocera Inferiore, nonostante il notevole ritardo, ha progettato il collegamento delle fogne con il depuratore di Orta Loreto. Quindi, nel giro di qualche anno, tutti gli scarichi domestici della città non impatteranno più sull’ambiente.
L’acqua contaminata da cromo della Solofrana, secondo Ventre e secondo il professor Rocco De Prisco, può provocare danni alla salute. E l’alto tasso di tumori che colpisce gli abitanti della zona, nonché coloro che vivono lungo il corso dell’Alveo Comune Nocerino, non può essere determinato dal caso. Per dimostrare da dove arrivi l’acqua “avvelenata”, Emiddio Ventre ha invitato i presenti a spostarsi a Mercato San Severino, al depuratore della frazione Costa. Qui, si è potuto appurare che l’acqua rossa proviene proprio dall’impianto di epurazione, dal quale viene scaricata nel torrente. «Quest’acqua arriva direttamente dalle concerie di Solofra, tramite un collettore. Probabilmente, però, non viene decontaminata in alcun modo», ha spiegato Ventre. E dall’aspetto deteriorato di alcune piante presenti ai bordi del canale si può ben comprendere che effetti abbia questa situazione sull’ambiente circostante e soprattutto sulle falde acquifere. È questo il motivo che ha spinto la nascita del comitato No Vasche, che si oppone alle vasche di laminazione previste dal Grande Progetto Sarno della Regione Campania. Inoltre, una denuncia effettuata proprio da Emiddio Ventre per mettere in guardia le autorità è stata archiviata proprio qualche giorno fa, senza alcun risultato. La battaglia però non terminerà qui. Ci si aspetta la partecipazione di tutti i cittadini alle iniziative, per continuare a far sentire la voce di chi non vuole più morire in questo modo.