Luca Zingaretti, alias il commissario Montalbano, ha scelto questa dimora per le sue nozze e sembra abbia dichiarato: «Quale miglior location per sposarsi se non in questo posto che è incantevole?»
di Maria Barbagallo
Il castello di Donnafugata si trova nel territorio di Ragusa e sulle origini del nome si fanno diverse supposizioni. La prima è che in questo luogo, tanto tempo fa, sia stato ritrovato il corpo di una donna morta soffocata (donna affucata).
La seconda ipotesi è quella legata alla leggenda che vede come protagonisti la regina Bianca di Navarra (1387 – 1441), moglie del re Martino I d’Aragona il Giovane e reggente del Regno di Sicilia, e il conte di Modica Bernardo Cabrera, Gran Giustiziere di Sicilia. Quest’ultimo, alla morte del re, voleva sposare la regina per impadronirsi della Sicilia, ma rifiutato da Bianca la rinchiuse nel castello da dove la donna riuscì a fuggire con l’aiuto di alcuni fedeli servi.
La «donna fuggita» avrebbe dato il nome al castello, anche se non esistono prove storiche a conferma del fatto e resta solo un’affascinante leggenda. Il suo nome, in realtà, sembra invece derivare dall’espressione araba Ayn-al-Sihhat (fonte della salute) poiché nella zona era presente una sorgente di acqua purissima, o Ayn-as-Jafat che in siciliano venne tradotto in Ronna Fuata.
Le origini della località che conosciamo come Donnafugata iniziano con le invasioni dei Saraceni, che costruivano torri e fortezze in luoghi strategici, mentre il castello risale al XIV secolo ed è stato realizzato, probabilmente, dai Chiaramonte, conti di Modica. Passò di generazione in generazione e nel 1648 venne acquistato da Vincenzo Arezzo La Rocca che ne fece una dimora di campagna. Il castello così come lo possiamo ammirare oggi è opera del suo discendente Corrado Arezzo, che nel 1865 lo fece ristrutturare facendone il suo luogo di villeggiatura.
La residenza venne acquistata nel 1982 dal comune di Ragusa e dopo lunghi lavori di restauro è stato restituito al pubblico. Si divide su tre piani e conta oltre 120 stanze di cui circa 20 sono visitabili. Esse contengono ancora gli arredi e i mobili originali dell’epoca, tra cui spiccano: la stanza della musica, la sala degli stemmi, il salone degli specchi, la pinacoteca e l’appartamento del vescovo.
Intorno al castello si estende un bellissimo parco di otto ettari, ricco di piante mediterranee ed esotiche, in cui si trovano statue, fontane, grotte artificiali con finte stalattiti e luoghi che il barone utilizzava per intrattenere i suoi ospiti come la Coffee House e il «pirdituri», un labirinto in pietra che riproduce la forma trapezoidale del labirinto inglese di Hampton Court vicino Londra.
Per la sua bellezza scenografica il castello di Donnafugata è stato scelto per vari set cinematografici quali: «I Vicerè» di Roberto Faenza del 2007, tratto dall’omonimo romanzo di Federico De Roberto del 1894; Tale of Tales, ovvero “Il racconto dei racconti” di Marco Garrone del 2015.
I fan di #Montalbano lo riconosceranno certamente a prima vista, poiché nel castello sono state girate parecchie scene della fiction: sulla terrazza e in alcune sale si svolgono dialoghi tra il commissario e il boss don Balduccio Sinagra. Anche il giardino appare nell’episodio «La gita a Tindari» dove nel labirinto vengono ritrovati i corpi senza vita dei coniugi Griffo. Il castello di Donnafugata vi attende e niente paura: non vi saranno i picciotti armati come nella fiction.