Bella ed affascinante, era desiderata dagli uomini di tutta la Campania. Da Porta Romana alle ville ai piedi del Vesuvio, il suo lavoro di attrice si trasformava in altro
di Nello Vicidomini
Una donna «dolcissima e amabilissima». Così viene descritta Novella Primigenia (Novellia secondo altre traduzioni) in una delle tante iscrizioni ritrovate sui muri di Pompei. Nei numerosi messaggi scritti sulle pareti delle abitazioni o dei vicoli in cui la donna è citata, ai complimenti per la sua bellezza si aggiungono quelli di natura erotica o, quantomeno, commenti dal significato ambiguo.
Tutto ciò ha lasciato intendere che oltre alla sua nota professione di mima, probabilmente esercitasse anche quella di prostituta. Ma chi era esattamente Primigenia? Le notizie sulla sua vita sono davvero scarse. L’archeologo cavese Matteo Della Corte ipotizzò una discendenza da un tale Novellio F. Rufo, uomo noto attraverso un’iscrizione funeraria rinvenuta in località San Mauro a Nocera Inferiore. Vissuta nel I secolo d.C., pochi anni prima che Pompei venisse distrutta dall’eruzione del Vesuvio, Novella era originaria di Nuceria Alfaterna, come riporta un’epigrafe: «Salve, Primigenia Nocerina. Per non più di un’ora vorrei essere la gemma (dell’anello) mentre lo inumidisci con la bocca per imprimere il sigillo». E, sempre secondo l’epigrafe, dobbiamo pensare che fosse una donna seducente, una vera e propria conquistatrice di cuori, capace di far nascere anche i più piccanti desideri negli uomini che la incontravano.
Era un’attrice molto nota in Campania, calcando le scene negli spettacoli di pantomime e partecipando anche a feste private nelle ville dei patrizi della zona, dove probabilmente si intratteneva con gli ospiti a fine serata. Infatti, la prostituzione nell’antica Roma non era immorale e il sesso era tutt’altro che un tabù. Esistevano i bordelli e le meretrici di strada. I più benestanti, invece, potevano permettersi donne di classe sociale più elevata o famose, come doveva essere Primigenia. Non è possibile escludere che la sua notorietà fosse arrivata anche a Roma, avendo vissuto negli stessi anni di personaggi nocerini celebri nella capitale, come l’imperatore Vitellio. Quanto fosse ambita da tutti gli uomini, lo si ricava da un’altra iscrizione che recita: «A Nocera, presso Porta Romana, nel quartiere di Venere, chiedi di Novella Primigenia». Così come in un invito riportato nelle terme di Ercolano: «Hermero saluta Primigenia […] Vieni a Pozzuoli nel vico Tyaniano…». C’è poi un graffito lasciato da un uomo che si vantava di essere stato con l’attrice: «Secondo s’incontra con Primigenia». Insomma, Novella era una donna che potrebbe oggi essere paragonata a una escort. Una sensuale mima che nelle sue esibizioni riusciva a catturare la libidine di tutti i presenti. Ma doveva essere anche una donna di classe e di un certo rilievo, diversa dalle prostitute usuali dell’epoca. La sua storia ha incuriosito tutti gli studiosi e gli appassionati fin dalla riscoperta di Pompei. Anche Alberto Angela ne ha parlato nel suo libro “I tre giorni di Pompei”. E anche se tra nocerini e pompeiani non correva buon sangue, il desiderio per Novella accomunava anche i più acerrimi nemici. Tutto sommato, da allora in poi, di certo l’erotismo non è mai passato di moda.