È Domenico Senatore, omonimo del camionista ucciso, la guardia giurata 30enne che la notte scorsa ha investito con la sua Bravo nera il salernitano che continuava a perseguitare una donna di via Fiuminale
Si chiama Domenico Senatore, ha 30 anni, fa la guardia giurata ed abita in via Fiuminale a Nocera Inferiore l’uomo che attualmente si trova in stato di fermo per l’accusa di omicidio volontario di Fabrizio Senatore, il camionista salernitano di 47 anni investito due giorni fa proprio a via Fiuminale a Nocera.
Dietro l’omicidio ci potrebbe essere la pista passionale: un amore per la stessa donna perseguitata da Fabrizio.
Contrastanti le versioni fornite da Domenico Senatore alla polizia: ha parlato prima di un incidente e poi di una rapina. Ora è stato sottoposto a fermo nel carcere di Salerno, in attesa dell’udienza di convalida di fronte al gip che sarà fissata nei prossimi giorni.
Fabrizio Senatore, 47 anni, da febbraio scorso era agli arresti domiciliari per stalking nei confronti della donna, di cui al momento gli inquirenti tacciono l’identità. Da scritte sui muri intorno all’abitazione della donna pare si chiami Mena. La sua relazione con lei era finita da un anno circa, ma lui continuava a cercarla e perseguitarla tanto da far scattare la denuncia e il provvedimento dei domiciliari. Anche la notte scorsa, comunque, aveva provato a infastidirla cercando forse di capire se lei avesse nel frattempo una nuova storia.
Fabrizio e Domenico, oltre ad avere lo stesso cognome, pare si conoscessero tra loro. Gli inquirenti hanno acquisito una serie di elementi dal profilo facebook del camionista, che poche ore prima di recarsi a Nocera dove avrebbe incontrato la morte tragicamente, aveva postato sulla sua pagina Facebook due canzoni dal titolo “Chissà si me pienze”, di Nino D’Angelo, e “Facimme pace”, di Tony Colombo. E anche una sorta di appello: una foto con la frase “La vera donna non abbandona il suo uomo in nessuna difficoltà, ma affronta i problemi con lui”. Domenico Senatore, ha investito a retromarcia Fabrizio con la sua Bravo nera, trascinandolo per diversi metri fino a schiacciarlo contro un muro.