A 17 anni fu data in moglie dai genitori, sovrani di Spagna, a Filippo il Bello, che a lei preferiva osterie e cortigiane. Donna sprezzante nei riguardi delle convenzioni, fu disprezzata anche dai figli

di Anna Vittoria Fattore

Capita spesso d’imbattersi in storie d’amore e follia: narrazioni struggenti ed apparentemente inverosimili. La realtà però può superare la fantasia, come nel caso della “Regina Pazza”. 
Giovanna di Castiglia nasce a Toledo nel 1479 da Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, regnanti di Spagna. I genitori sono severi e non le danno le attenzioni di cui ha bisogno, e Giovanna è una ragazzina silenziosa e perennemente malinconica, bella ma senza ritegno, poco adatta alla vita di corte.

giovanna la pazza2A diciassette anni, per via di alcuni accordi politici, viene data in sposa a Filippo d’Asburgo detto “il Bello”: è il 1496. Giovanna è devastata, ma trova in quel matrimonio non solo un grande amore, ma anche una fuga dalla madre Isabella, pretenziosa ed autoritaria. Filippo la seduce, le fa provare brividi che lei non credeva potessero esistere, le racconta storie e per un po’ la convince a mangiare dal momento che soffre di bulimia ed anoressia.
Il declino arriva da lì a poco: Filippo la tradisce, frequenta osterie, ama e porta addosso il profumo delle cortigiane. Giovanna urla, sbraita scrivendo poesie, straccia i fogli e poi piange, piange fino al punto d’esser definita “loca”, “pazza”; la sua fama viaggia per l’Europa arrivando alle orecchie dei suoi genitori, quelle figure che non vede né sente da tempo grazie al suo soggiorno in Fiandra. Viene invitata a palazzo con Filippo ed è lì, dov’è nata e cresciuta, che mostra veramente la sua pazzia: tace e rompe tutto ciò che è sotto il suo naso, digiuna ed insulta il suo sposo: l’unico amore che invece di salvarla la trascura preferendo emozioni fugaci di una notte. Giovanna non riesce a perdonarlo nemmeno di fronte ai sovrani di Spagna.
È il 1506 e Filippo muore lasciando sua moglie in preda alla disperazione, stato d’animo che la porterà ad essere rinchiusa dal padre Ferdinando nel castello di Tordesillas: lì ci resterà fino alla morte avvenuta nel 1555. Una donna immolata dal padre per questioni politiche, trascurata dal marito animato dalla sete di donne e di potere e ed ignorata dai figli, specie dal re di Spagna e del Sacro Romano Imperatore Carlo V. Una donna sprezzante nei riguardi delle convenzioni, non credente, follemente presa da un amore crudele ed appassionato. Un’eretica al tempo ma capace di fare della sua incomunicabilità leggenda.

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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