Fu l’allora vescovo monsignor Gioacchino Illiano ad aprire il nostro territorio all’organizzazione fondata nel 1963 a Brescia. Sabato alle 19:30 il via alle celebrazioni nella chiesa di San Giovanni Battista
Sarà un film dedicato a San Giovanni Bosco ad inaugurare, sabato 17, le celebrazioni del 25mo anniversario di presenza dell’Anspi nell’Agro nocerino sarnese. Era il 1993 quando il vescovo (ora emerito) di Nocera e Sarno, monsignor Gioacchino Illiano, decise che era ora che l’organizzazione fondata nel 1963 da monsignor Battista Belloli, il “prete degli Oratori”, per dare piena legittimità agli stessi di operare nel tessuto sociale per l’educazione integrale dei giovani, fosse presente anche sul nostro territorio.
Il film è stato girato nel corso di alcuni anni e si intitola “John don Bosco”. Racconta sia della figura reale del fondatore dei Salesiani che di una sua trasposizione moderna. Una curiosità: ad interpretarlo sono stati tutti attori provenienti dagli oratori Anspi dell’Agro nocerino. A dare il volto al don Bosco “reale” è stato don Giuseppe Pironti, attualmente parroco di San Sisto a Pagani, mentre la versione “moderna” è Michele Maiorino.
Ad aprire i festeggiamenti – che si snoderanno nell’arco di tutto il 2018 con una serie di iniziative – sarà proprio il vescovo emerito monsignor Illiano, che alle 19:30 di sabato, prima della proiezione della pellicola, celebrerà una messa per tutti gli iscritti dell’Agro nella chiesa di San Giovanni Battista a Cicalesi.
Restando nell’ambito delle curiosità, il primo oratorio ad affiliarsi all’Anspi fu il San Domenico Savio a San Marzano sul Sarno, ed il primo padre spirituale dell’Anspi diocesano fu don Gianfranco Marotta, cui seguì don Alessandro Cirillo (ora direttore della Caritas), la laica Nicla Iacovino (direttrice della biblioteca comunale Pucci), ed attualmente don Domenico D’Ambrosio.
Il film, che sarà distribuito poi in dvd all’assemblea nazionale dell’Anspi ad aprile, è stato montato da Giovanni Basile, della parrocchia San Michele Arcangelo a Nocera Superiore, ed è stato, nell’intenzione degli ideatori, un modo anche per far partecipare all’attività sociale degli oratori anche i ragazzi che non avevano altre possibilità di essere protagonisti di iniziative realizzate dagli oratori di appartenenza.