Convocato per il 24 gennaio il Consiglio di distretto sarnese vesuviano. Ribadite le accuse dei cittadini: «finora l’Ente Idrico Campano è stato un totale fallimento»
di Antonietta Rosamilia
I comitati per l’acqua pubblica sono di nuovo in mobilitazione per bloccare gli ennesimi pesanti aumenti delle tariffe idriche in arrivo per gli utenti di Gori SpA e degli altri gestori campani.
È stato, infatti, convocato il consiglio di distretto Sarnese Vesuviano su richiesta dei nove componenti istituzionali eletti dalla Rete dei Comuni per l’acqua pubblica per discutere su importanti questioni che attanagliano 1 milione e mezzo di cittadini costretti a subire la dissennata gestione del servizio: crisi idrica, nuovi aumenti, partite pregresse, funzionamento dell’Ente idrico e mancata rappresentanza nei processi decisionali. La seduta, pubblica e aperta ai cittadini intenzionati ad assistere, si terrà mercoledì 24 gennaio alle ore 10 a Napoli, presso gli uffici dell’Ente Idrico Campano in via De Gasperi 28.
Una convocazione che arriva dopo oltre sei mesi dall’ultima seduta del consiglio, in una situazione di completa paralisi per l’assemblea in carica da appena un anno.
Come più volte denunciato pubblicamente, finora l’Ente Idrico Campano è stato un totale fallimento: avrebbe dovuto chiudere la lunga stagione dei commissari regionali per restituire le competenze ai Comuni, come previsto dalla legge, invece è stato esautorato da decisioni prese altrove, svuotando i suoi organi e riducendoli a luoghi di ratifica senza democrazia.
Intanto, sugli utenti si aggira anche lo spettro del decreto ministeriale con cui si sarebbe autorizzata Gori SpA alla riscossione coattiva dei crediti.
«Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan – denunciano i comitati – ha incredibilmente autorizzato una società privata a inviare agli utenti ingiunzioni di pagamento per presunti crediti non specifici, come se fosse Equitalia o un qualsiasi ente pubblico. Insieme ai sindaci che intendono appoggiare questa battaglia di legalità, presenteremo ricorso al Tar contro un ennesimo e illegittimo abuso ai danni dei cittadini».