Il codice parla chiaro: tra violazione di domicilio, maltrattamenti e disturbo del riposo, la fedina penale di Santa Claus non è così pulita come si potrebbe pensare
di Danila Sarno
Tutti sanno che Babbo Natale distribuisce i doni ai bambini la sera della vigilia, volando per il mondo intero con la sua slitta trainata da renne. Forse, però, non tutti sono a conoscenza del fatto che quest’omone dalla barba bianca non è così buono come sembra e, difatti, ogni anno rischia di finire in galera a causa dei reati da lui commessi.
Com’è noto, il caro Santa Claus ama calarsi furtivamente giù per i caminetti, nottetempo. Introdursi clandestinamente in casa di altri all’insaputa di questi, tuttavia, integra il reato di violazione di domicilio, che il codice penale sanziona con la reclusione da sei mesi a tre anni.
Altra accusa a carico del vecchietto panciuto è il reato di disturbo del riposo. Con la sua stazza, egli non è di certo agile e rischia di urtare mobili e oggetti con facilità, svegliando gli abitanti delle case in cui si intrufola. Disturbare il riposo altrui è punito con l’arresto o con un’ammenda, e ciò vale anche quando ad interrompere il sonno siano strepiti di animali. Di conseguenza, Babbo Natale deve decisamente stare attento a quel che combinano le renne che trainano la sua slitta.
A proposito di questi animali, essi sono costretti a trascinare il pesante mezzo di trasporto, carico di doni, per un’intera e gelida notte. La legge italiana però è chiara sul punto e punisce chi maltratta gli animali o li sottopone a fatiche insopportabili.
Per di più, tutti sanno che Babbo Natale si avvale dell’aiuto di alcuni elfi, che per un anni intero e senza sosta, sgobbano per poter confezionare in tempo tutti i regali, quasi sicuramente senza che vengano loro riconosciute ferie e straordinari. Insomma, potremmo definirla una vera e propria riduzione in servitù. Anche questo è un reato molto grave: infatti, chi pone una persona in soggezione in maniera continuativa, obbligandola a prestazioni lavorative, rischia fino a venti anni di carcere.
Per non parlare del fatto che Babbo Natale non è certamente in possesso della licenza che la legge richiede per esercitare un mestiere girovago.
Insomma, la sua fedina penale è tutt’altro che pulita. Tra violazione di domicilio e maltrattamenti rischia davvero molti anni di galera. Eppure, è certamente il caso di perdonarlo. Del resto, per quanto non sia uno stinco di santo, porta gioia e leggerezza nei cuori di grandi e piccini. Possiamo davvero condannarlo per questo?