Il soft computing e i sistemi AI, entro la fine della prossima estate, saranno i capisaldi dei sistemi di sicurezza in aeroporti e stazioni. Ecco come sarà possibile individuare i malintenzionati
di Alina D’Aniello
Il principale aeroporto degli Emirati Arabi sarà la prima aerostazione a pilotare il progetto pioneristico, basato sull’impiego dell’intelligenza artificiale nella sicurezza dei luoghi pubblici. Uno dei vantaggi dei nuovi sistemi AI sarà la velocità del controllo: esso, infatti, sarà realizzato all’interno di un tunnel.
Il passeggero, che prima di accedervi dovrà aver presentato i documenti, una volta dentro, verrà scannerizzato da circa 80 telecamere a rilevazione biometrica. Intorno a sé, invece, il turista vedrà proiettati video immersivi, in modo da attirare l’attenzione su tutte le pareti. Nel mentre, le immagini registrate nel tunnel saranno confrontate con quelle del database della polizia e, in base al risultato, si deciderà se dare il via libera o intervenire con le contromisure. La verifica dei tratti somatici è affidata ad un sistema di intelligenza artificiale (AI) che ha richiesto anni di sviluppo, ma che adesso riesce a riconoscere e distinguere le diverse fisionomie in movimento o in diverse condizioni di luce.
La proposta del progetto è stata presentata qualche settimana fa alla Gulf Information Technology Exhibition (GITEX), fiera dedicata all’hi-tech e alla sicurezza che si tiene ogni anno a Dubai, ed ha immediatamente riscosso molti consensi.
Nonostante l’iniziativa non abbia ancora preso forma, numerose aziende, comprese le autorità stesse dell’aeroporto degli Emirati, stanno già pensando di sfruttare la tecnologia per farne un business. L’ipotesi, per ora, è quella di sostituire i video immersivi contenti paesaggi con pubblicità di ogni tipo.
Gli aeroporti orientali, tuttavia, non sono gli unici a voler impiegare l’intelligenza artificiale: negli USA, infatti, entrerà in funzione Evov. Si tratta di un body scanner ultraveloce, in grado di individuare esplosivi o armi in pochissimi secondi, realizzato dall’omonima start-up finanziata da Bill Gates. Successivamente, i dati verranno presentati ad un sistema di intelligenza artificiale che, altrettanto rapidamente, sarà in grado di evidenziare la presenza di altri elementi sospetti.
Per quanto questo tipo di tecnologia possa apportare enormi miglioramenti ai sistemi di sicurezza, al contempo, annulla ogni parvenza di privacy: dove andiamo, quando, con chi, saranno domande che diverranno di dominio pubblico.