Assieme alla Pescheria è uno dei più antichi della città e occupa uno dei luoghi più belli, piazza Carlo Alberto. Se volete vedere un parte vera e caratteristica, fateci un salto. Vale senza dubbio un po’ del vostro tempo

di Maria Barbagallo

I mercati storici catanesi rimasti ancora in vita, sono essenzialmente due, la Pescheria nelle vicinanze di piazza Duomo e «a fera ‘o luni», cioè fiera del lune o fiera del lunedì. Secondo alcune fonti il suo nome deriverebbe dalla presenza di un tempio dedicato alla dea romana Luna (Diana) o al dio assiro-babilonese Luni, anche se non vi è alcun riscontro storico e quindi l’ipotesi più plausibile appare quella che in passato il mercato si tenesse solo di lunedì. 

Il mercato del lune nel Medioevo si teneva in una piazza chiamata Platea lo foro o Foro lunaris, antistante la chiesa della Madonna dell’Elemosina. Nel 1396 fu elevata a Regia Cappella, in quanto molto frequentata dagli aragonesi, che il quel periodo dominavano l’isola.
Dopo il terremoto del 1693, che distrusse gran parte della città di Catania, la chiesa venne ricostruita, agli inizi del XVIII secolo, in stile tardo-barocco siciliano, nota con il nome di Basilica Collegiata, ed il mercato si sposta prima in piazza Università, per poi passare definitivamente, nel 1832, in piazza Carlo Alberto.
La piazza è in stile barocco e si trova al centro della città tra la villa Bellini, via Umberto e corso Sicilia e il mercato prende vita davanti al santuario della Madonna del Carmelo, dove nel passato sorgeva l’antica necropoli. Più in là si affaccia la chiesetta sotterranea di san Gaetano alle grotte, che sorge su un tempio del 262 d.C.
Nonostante il nome, il mercato si svolge tutti i giorni e la domenica si può curiosare tra le bancarelle di un caratteristico mercatino delle pulci.
fieralunedi1Non c’è un posto neanche a pagarlo e quando uno dei tanti parcheggiatori abusivi ci trova finalmente un buco, siamo pronti ad immergerci, da uno dei tanti ingressi, in questo variegato mercato in stile arabeggiante, dove vi è una gran confusione e sembra di stare ad una festa. Invece siamo entrati a far parte della vera Catania.
Le bancarelle di generi alimentari con i loro odori invitanti, il profumo di roba vecchia e nuova, le urla dei venditori e il miscuglio di razze, attira i turisti che ne restano affascinati. E tutti stanno lì, dove da secoli si fanno grandi affari e dove convivono bancarelle regolari ed abusive.
Ma non si possono non notare le tante lanterne rosse dei negozi cinesi dietro ai banchetti dei commercianti locali, che accettano, non sempre di buon grado, questa situazione. Ma il mercato è grande e piazza Carlo Alberto accoglie tutti.
E dopo aver curiosato tra le tante bancarelle e magari aver fatto anche qualche buon affare, ci si avvicina all’ora di pranzo e il mercato chiude i battenti. In giro restano solo cartoni e rifiuti vari che presto gli addetti ai lavori provvederanno a togliere, facendo sì che la piazza possa riprendere le sue sembianze e l’antica necropoli possa tornare a riposare, aspettando il nuovo giorno.

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