Utilizzare il Tor browser per tutelare la propria privacy è ciò che già fanno milioni di utenti. Vediamo di cosa si tratta e come funziona
di Francesca Melody Tebano
Non vuoi far sapere a nessuno cosa ricerchi online? Non vuoi che i tuoi dati finiscano in mano a società che poi li sfruttano per finalità di business?
Esiste una soluzione e si chiama Tor browser, ovvero The Onion Routing, uno strumento che permette di navigare nel completo anonimato sia nel dark web, che nel web “normale”.
È il sistema preferito da giornalisti, attivisti, in particolar modo provenienti da Paesi in cui vige la censura online, come Cina e Turchia. Ma viene utilizzato anche delinquenti e da tutti coloro che, in generale, vogliono salvaguardare la propria privacy.
Ma di cosa si tratta?
Innanzitutto un primo sviluppo di Tor parte nel 1997, finanziato da Darpa, per la marina militare statunitense. Viene rilasciato con licenza libera nei primi anni del 2000. Dal 2004, con il primo finanziamento da parte della Electronic Frontier Foundation, Tor è invece gestito dal Tor Project, che tutt’ora ne prosegue lo sviluppo. Si tratta di un progetto open source, ovvero verificato costantemente e accessibile a tutti.
Come funziona?
In parole semplici, nel Tor Browser le comunicazioni rimbalzano attraverso una rete di nodi, chiamati relay. Quest’ultimi sono server cifrati gestiti da volontari di tutto il mondo e consentono di offuscare l’Ip di ogni singolo dispositivo prima che la richiesta di accesso a uno specifico sito arrivi a destinazione. In questo modo la navigazione è completamente anonima. In ultima analisi, c’è, però, da dire che l’esperienza di navigazione è ben diversa se paragonata a quella con altri browser. Infatti i siti si caricano più lentamente, a causa dei “rimbalzi” tra i relay, appunto.