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Don Tonino Palmese: “Bisogna recuperare l’importanza dell’incontro”. Il professor Gennaro Avallone dell’ateneo di Salerno si è detto contrario alla propaganda

di Tania Pentangelo

“Migranti, ponti non muri” questo il tema dell’evento tenutosi ieri al convento di Sant’Antonio ed organizzato dal presidio di “Libera” a Nocera Inferiore, in collaborazione con la bottega equo e solidale “Tutta n’ata storia“.

7Un nuovo tassello che l’associazione ha voluto aggiungere al prezioso mosaico di iniziative di cui si fa promotrice, come confermato da Francesco Vecchione, responsabile del presidio nocerino, che ci ha detto: «L’appuntamento di questa sera nasce dalla necessità di capire e comprendere qualcosa in più sul complesso fenomeno migratorio. A chi ci chiede cosa tutto questo c’entri con le mafie, rispondiamo con un invito ad ascoltare le intercettazioni in cui Salvatore Buzzi, ras delle cooperative romane, afferma che “con i migranti si fanno più soldi che con la droga”: un piatto ghiotto sui cui la criminalità ha messo gli occhi. 2Per non parlare delle tante, troppe, vittime innocenti come Jerry Essan Masslo, alla cui memoria abbiamo intitolato il nostro presidio. Proveremo a dare continuità a questo percorso realizzando altri incontri: il primo intorno alla metà di dicembre, in cui daremo spazio alle comunità di migranti presenti sul territorio, che daranno voce alle loro esperienze, e un secondo momento conviviale conclusivo. Staremo insieme nella consapevolezza che se di diversità di razza, di lingua, di religione vogliamo parlare, essa è bellezza, ricchezza e non paura dell’altro».
8Sul delicato argomento ha poi discusso Gennaro Avallone, docente di sociologia dell’Università degli studi di Salerno, che ha invitato tutti alla serietà e alla non propaganda, perché “se si pensa che chi non è ancora arrivato sia il vero problema per il nostro futuro ci si dimentica dei processi e delle convinzioni che ci hanno portato ad avere timore dello stesso”. L’attivista si è in seguito concentrato su alcuni dati significativi. Negli ultimi dieci anni sono arrivati in Italia 809 mila persone ma solo il 10% si è fermato nel Bel Paese. Nei centri di accoglienza, infatti, ospitiamo circa 200 mila persone. Il costo quotidiano stimato per straniero è di circa 35 euro, ma la diaria giornaliera concessagli ammonta a 2,5 euro. Il rimanente viene quindi erogato alle cooperative di cui i Comuni si avvalgono per la gestione dell’accoglienza.
12Dunque l’immigrato è capro espiatorio del nostro tempo, delle nostre paure, di un paese malato che soffre ormai di una profonda crisi morale.
Come si può pertanto riorientare lo sguardo verso l’umanità, la solidarietà e il dialogo? A rispondere a questa domanda don Tonino Palmese, vicario episcopale per il settore carità dell’arcidiocesi di Napoli, consulente della Commissione Parlamentare Antimafia e referente dell’associazione “Libera”.
«Dobbiamo recuperare l’importanza dell’incontro, conservando l’autenticità dell’essere – ha affermato il sacerdote – senza fermarci all’apparenza, tenendo come saldo obiettivo la fedeltà alla vita e salvaguardando la gratuità. 1Gratuità coniata in tre parole: “accoglienza”, “corresponsabilità” e “perdono”, letto in chiave politica e non religiosa. L’incontro con l’altro non è nè impossibile nè inevitabile ma necessario per tornare ad essere più umani e cittadini, poiché il volto della Costituzione non coincide più con quello degli italiani».
A fare da cornice all’incontro la mostra “Cose da non credere”, ideata da Eugenio Mastrovito, portavoce della comunità musulmana di Battipaglia, e dalla società cooperativa “Aries Onlus” che gestisce tre comunità alloggio per minori stranieri in Campania.

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