Si oppose fermamente alle idee di Robespierre e si dichiarò a favore d’una democrazia rappresentativa, rifiutando dispotismo e torture. Finì ghigliottinata nel 1793
di Anna Vittoria Fattore
“Liberté, Égalitè, Fraternité”, questi gli ideali portanti dell’indimenticabile Rivoluzione Francese. Olympe de Gauges, pseudonimo di Marie Gouze, ribaltò i canoni della Rivoluzione mettendo in luce anche i bisogni e i diritti delle donne.
Nata a Montauban nel 1748 si dedicò anima e corpo alla scrittura teatrale rischiando la reclusione all’interno della Bastiglia, poiché si lamentò del comportamento dei commedianti nei suoi riguardi.
In relazione alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1789, Olympe, due anni dopo, scrisse la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina. Nonostante la scarsa istruzione e l’uso del dialetto, riuscì a pubblicare romanzi e pièce teatrali e a godere d’una situazione economica agiata grazie a Jacques Bétrix de Rozières, suo amante. Olympe si oppose fermamente alle idee di Maximilien Robespierre dal momento che si dichiarò a favore d’una democrazia rappresentativa, rifiutando il dispotismo e le torture. Propose un referendum popolare al fine di scegliere una forma di governo repubblicana, federativa o monarchica. Il Tribunale rivoluzionario rigettò la proposta e, accusandola d’aver attentato alla sovranità del popolo, la privò d’un avvocato e la ghigliottinò a Parigi, nel 1793. “Le donne avranno pur diritto a salire alla tribuna, se hanno quello di salire al patibolo”, queste le sue ultime parole a detta di fonti ignote. Una donna dissacrante, soprannominata “La Cortigiana”, dalla personalità spiccata e sicuramente con delle idee che erano avanti, forse troppo, per la Francia del tempo.